mercoledì 28 luglio 2010

Spiz de Mondeval, Lastoni di Formin - Love my dogs











Premetto che il nome esatto della via ancora non mi è chiaro, potrebbe essere anche "I love my dog"...boh. Avrebbe anche più senso, ma in internet se ne trovano di tutti i colori. Ad ogni modo trattasi della via di Mario Dibona sulla parete di Ponta Lastoi.

La via è decisamente carina e forse ancora più bella della sorella Re Artù, che le corre a sinistra. Senza pretese, via relax in ambiente mozzafiato. Roccia bella, gialla. Arrampicata tecnica su placche a tacche e qualche buco. Un tiro, il terzo, un po' atletico. Decisamente da consigliare agli amici, amanti del genere (via a spit).
I gradi che si trovano in giro sono abbastanza giusti, eccezion fatta per il settimo tiro che sinceramente può valere un 6c anziché del 7a attribuito

Attacco: 5 metri a destra di Re Artù, sasso attaccato alla parete con fix del 10.

Materiale: 15 rinvii. La via è ottimamente protetta a fix del 10 e qualche fix dell'otto. Un chiodo, se non ricordo male, al quinto tiro. Chiodatura S1/2
Occorre dire che al sesto tiro c'è un po' di run-out dal primo al secondo spit. Saranno dodici metri sprotetti, ma facili (IV+). Potete portare 1 friend di misura media. Noi non li abbiamo usati, quindi non sono strettamente necessari.

Difficoltà: V, 6b, 6b+, 6c (6a/b obb.)

Relazione:

L1 In corrispondenza del sasso attaccato con fix del 10 si risale la rampa verticale. Si incontrano dopo cinque metri due fix ravvicinati (forse un punto di sosta?!). Si supera il muretto verticale con lama a sinistra (IV+) fino in sosta. 30 metri
L2 Dalla sosta verticalmente per lama rossa apparentemente instabile, poi con arrampicata tecnica di dita e resistenza su placca verticale a tacche e qualche buco (6b+). Nel finale attraversare a destra con passaggio delicato (6c), stando un po' sopra il fix di attraversamento. Si rimonta quindi su di un terrazzo con sosta comoda. 30 metri
L3 Dalla sosta si rimonta atleticamente in verticale, usando una specie di lama rotta per la mano destra. Il secondo fix è provvisto anche di cordone per l'A0. Passaggio di resistenza. Dal secondo fix spostarsi a sinistra e ora con arrampicata atletica si rimonta lo strapiombetto con buone prese per le mani (6b+). Oltre lo strapiombetto, facilmente alla comoda sosta. Tiro corto, 20 metri.
L4 Per facili muretti verticali (IV+), con un unico passaggio più ostico su placca (VI). Sosta su grande cengia detritica. 30 metri
L5 Tiro molto bello. Si risale la placca rossa con arrampicata tecnica. Si incontra anche un chiodo che consente di diminuire la distanza tra due fix (6b). Si sosta alla base di un bel diedro fessurato. 30 metri
L6 Tiro lungo. Si risale il diedro. Primo fix a due metri dalla sosta. Poi per una decina di metri facili (IV+) non si trova nulla, possibilità di mettere uno o due friend, o eventualmente passare qualche clessidra presente. Dove il diedro si verticalizza si continua seguendolo, lungo la fessura che lo solca (V). Placchetta finale di movimento (6a) molto bella. 55 metri
L7 Tiro chiave. Dalla sosta si rimonta la placca rossa verticale, eventualmente cordone bianco per A0 nel primo movimento. I primi quindici metri del tiro sono i più duri. Arrampicata tecnica su placca con tacchette e qualche buco (6c). Tante prese sono segnate con magnesio, quindi risulta più facile concatenare i movimenti ed indovinare la sequenza. Dove smolla un po', si inizia a traversare a sinistra sotto il tetto, attenzione roccia un po' instabile nella lama. Il superamento del tetto in realtà non è ostico quanto la parte sotto. In realtà il tetto lo si supera laddove esso termina. Trattasi di uno strapiombetto bene ammanigliato, e soprattutto con buoni appoggi per i piedi, (6a/b). Oltrepassato il tetto, con arrampicata elegante in spaccata si risale un diedro aperto fino alla sosta (VI+). 30 metri
L8 facilmente per placche appoggiate (IV+) con un passaggio finale prima della sosta di V-. 30 metri
L9 si risale il camino (V-), e poi più facilmente per colatoio appoggiato II/III fino alla sosta con fix e cordone bianco su clessidra. 30 metri

Discesa: doppie nel canale come per Re Artù. Eventualmente si può scendere dalla via, tutte le soste sono attrezzate per le calate (due fix e catena), eccetto l'ultima. Manca di maglia rapida.

lunedì 26 luglio 2010

Scalet delle Masenade - Tempi Moderni






Ieri alle dieci di sera finché sto ancora lavorando in pizzeria mi telefona Davide chiedendomi se mi aggiungo per una via l'indomani comoda in Moiazza. Dico, perché no. In realtà mi ero ripromesso di fare un po' di tesi questa settimana, ma con una proposta così rimando volentieri gli impegni.
In più, dopo la fregatura di sabato, sono contento di andare sulla bella roccia degli Scalet.

Partenza un po' scoordinata, senza relazione precisa, o meglio, con la guida di Rabanser lasciata in macchina, abbiamo solo lo schizzo di San Tommaso. Niente di più schifoso, consiglio vivamente di bruciare la relazione. Impossibile capire l'attacco guardandola.
Difatti si canna alla grande, e per tutti i primi tre tiri fino alla grande cengia erbosa, girovagheremo su placche con percorso non ben definito, qualche traversino delicato da brivido e certamente difficoltà non di IV, protezioni assenti, occorre farsi le soste.

La via è carina, anche se manca di quel qualcosa per essere considerata una salita entusiasmante. Diciamo carina e basta.
La prima parte non abbiamo capito dove corra, anche se a giudicare dalla relazione pare un po' discontinua. Primi due tiri da fare con molta attenzione, placche per nulla banali e poche protezioni. Oltre la cengia il discorso cambia. Le difficoltà diventano più sostenute, i chiodi ci sono tutti - soste fatte e sui passaggi. La roccia è incredibilmente lavorata sotto il tiro del tetto, gocce e piccoli coralli gialli. Molto bello il tiro del diedro fessurato. Il tiro del tetto è ben chiodato, anche se con fettucce un po' vecchiotte sui chiodi. Riuscito in libera da secondo. Ci vuole una buona dose di pompa.
In compagnia di Davide, Marino e Marco. Se ga riso tanto.
Al ritorno, birra e ricotta con i capperi a Malga Framont. Molto gentili le due tipe, mamma e figlia, Giulia e ...boh?! Fermatevi perché merita proprio.

Relazione (i primi due tiri sono molto vaghi e fuori dalla via, nel dubbio se vi perdete non fate come noi, ma conviene a questo punto seguire la via a spit Settimina fino alla cengia erbosa).

Attacco: non l'abbiamo capito, dovrebbe essere 50 metri a destra della Decima. Onde evitare di finire su placche ingaggiose, fatevi il primo tiro della Settimina, poi traversate a sinistra.
Difficoltà: V e VI, un tratto di VII+ o eventualmente A0.
Sviluppo: 300 metri

L1: abbiamo attaccato in corrispondenza di un ometto a circa 50 metri dall'attacco della Decima. Forse l'ometto era per la via a spit, Settimina. Si arriva al primo spit posto abbastanza alto, dopodiché si traversa a destra. Poi lungo placche sprotette, per traversare a sinistra (V, da fare con attenzione). Eventualmente c'è una sosta a chiodi con cordone bianco a destra, sotto un tetto. Noi abbiamo sostato a sinistra, su clessidrina e chiodo piantato da noi. 50 metri. V, uno spit all'inizio poi tutte placche da andare con poche possibilità di proteggere.
L2: abbiamo rimontato una piccola spaccatura e subito incontrato una lama bianca molto bella (V+). Dopodiché ho vaghi ricordi, mi ricordo di un traverso a sinistra su roccia un po' delicata (V+). 40 metri, sosta su una clessidra.
L3: da qui, traversando leggermente a destra. Si supera una solida lama nera (V+), si traversa a destra e si trova finalmente una sosta che credo sia la terza sosta di Tempi Moderni. A questo punto conviene saltarla, e continuare fino in cima con difficoltà di IV+ sta volta, fino ai primi mughi e quindi in cengia. 50 metri, si può sostare sulla sosta di Settimina su un fix e un golfaro. Oppure su mugo, oppure volendo essere etici, dalla sosta di Settimina, si traversa a sinistra 8 metri e si trova un vecchio chiodo spessorato con del legno alla base di una placca con spaccatura.
L4: Dal chiodo con spessore in legno, si sale per placca spaccata con facilità IV+. Si inizia poi ad obliquare a destra per placca compatta e verticale. Si raggiunge un solido chiodo nuovo, e proprio sulla verticale di questo si sale per lama accennata per la mano destra e piccoli appigli per la sinistra (VI-). Attenzione a non andare invece nella lama un po' a destra del chiodo, impossibile! Si sosta alla base del diedro fessurato, su due chiodi di cui uno artigianale fatto con un tubo, più un piccolo nut incastrato. Tiro corto, 30 metri.
L5: Si risale tutto il diedro, partenza fetente (VI). Poi atleticamente con bellissima arrampicata e su roccia molto bella (V+). All'uscita del diedro andare a destra. Si sosta su terrazzino, su due chiodi. Mi sembra di ricordare che uno sia verde, e non molto buono. 30 metri.
L6: Dalla sosta, si obliqua a destra, con arrampicata tecnica su roccia molto bella a gocce e concrezioni. Si trova un chiodo. Si risale una lama, possibilità di mettere un friend su buco alla fine della lama. Usciti dalla lama, si traversa a sinistra di cinque metri. Tiro delicato e molto bello anche se corto. VI 25 metri Sosta su due chiodi buoni
L7: Tiro chiave. Dalla sosta si risale con arrampicata tecnica su appigli un po' svasi per sette otto metri (VI). Non facile arrivare al primo chiodo. Dopodiché si oltrepassa il tetto sporgente all'incirca di un metro nel suo punto più debole, ovvero a sinistra. Ci sono se non sbaglio 4 chiodi, due dei quali con fettucce, piuttosto vecchiotte. (VII+, molto umano). Dall'uscita del tetto, si traversa a destra. Si risale per roccia grigia lavorata (V-) per pochi metri. Alla esile cengia che si incontra si traversa a sinistra di 10 metri, su erba. Fare attenzione. Sosta su due fix del 10! 30 metri
L8: Con un tiro in soluzione unica di 60 metri, si esce dalla via. Attenzione ai primi 4 metri dalla sosta a fix. Non è di certo IV+, è più difficile.
Poi per roccia lavorata e con difficoltà minori (IV) si esce sulla cengia.


Discesa: Dalla cengia si gira a sinistra faccia a monte, e per comodo sentiero si scende.



sabato 24 luglio 2010

Terzo Apostolo - Superbarbiere





Tempo incerto. I piani dolomitici saltano.
Siamo indecisi tra Moiazza e Tognazza. La Moiazza sarà bagnata pensiamo...a Passo Rolle si morirà dal freddo. Guardiamo ad ovest, e le Piccole Dolomiti sembrano essere soleggiate a sufficienza. Decidiamo per una via corta sul Terzo Apostolo.
Arriviamo a Pian delle Fugazze con una bora che facciamo fatica a stare in piedi. Freddo ma limpido.

La via l'ho scovata sul forum di Fuorivia, dove se ne parlava bene. In realtà, scopriremo a nostre spese che la via è una bella ciofeca. Non so come si faccia a consigliare.
Il primo tiro è carino. Il secondo un rumego. Il terzo carino su placca, percorso forzato. Per il quarto e quinto potete mettervi le scarpe da ginnastica, vi sporcate meno. Il sesto è un camino classico, che a guardare bene poteva essere evitato raccordandosi da subito con lo spigolo a destra. Il settimo e ultimo tiro è l'unico che si salva, facile su spigolo.
Vabbè, tra stare a casa ed arrampicare preferisco la seconda...diciamo che abbiamo arrampicato anche oggi.
All'attacco abbiamo trovato anche gli apritori della via, che molto gentilmente ci hanno lasciato passare. Sono due persone molto gentili e simpatiche. La via Superbarbiere si chiama così, perché uno dei due apritori fa (faceva?) il barbiere. Aperta a chiodi, e successivamente riattrezzata dall'alto con fix dagli stessi apritori. Si ringrazia comunque chi apre itinerari impiegando tempo e denaro.

Accesso: da Pian delle Fugazze si segue la strada del Re finché non si trova la sbarra. Si parcheggia sulla piazzola nei pressi della sbarra. 30 minuti scarsi e si è all'attacco.

Attacco: si segue la strada del Re, si oltrepassa la frana per sentierino accidentato, fino ad un tornante prossimo alla parete del terzo apostolo. Dal tornante parte una traccia che in pochi minuti porta sotto alla parete. Scritta in rosso alla base, chiodo con anello due metri più alto.

Materiale: la via è chiodata interamente a fix del 10 e piastrine artigianali. Qualche fixino dell'otto. Qualche chiodo. Un cordone passato su sasso sul tiro del camino. La chiodatura è più che abbondante (S1). Portare solo rinvii. Soste attrezzate con due fix e cordone.

Difficoltà: III, IV/V, un passaggio di VI- e uno di VI+.
Tempo: 1 ora e mezza, due ore.

L1 si attacca in corrispondenza della scritta rossa. Si risale la placca verticale per una decina di metri, si incontrano due chiodi (V-). Si obliqua dapprima a sx, e poi a destra fino alla base di un piccolo strapiombino bene ammanigliato (VI-). Oltre lo strapiombo si obliqua un po' a sx e poi di nuovo a dx per banche ghiaiose e risalti fino alla comoda sosta su due fix. (45 metri)
L2 Si segue la variante a sinistra. Dalla sosta si traversa a sinistra per roccia un po' friabilotta. Si risale un muretto verticale di 5 metri, grazie ad una fessura che lo solca alla sua destra. Un po' friabile. (IV). Si sosta oltre il muretto alla base di una bella placca a sinistra. Tiro corto, 25 metri.
L3 Si risale la bella placca con roccia chiara a tratti slavata (V). Ad un certo punto si incontra un passaggio di aderenza (VI+). Poi più facilmente fino alla sosta (IV+). 25 metri
L4 Dalla sosta, si traversa a sinistra, in una grossa nicchia. La si risale (IV) fino a raggiungere risalti erbosi. Si sosta poco dopo. 25 metri
L5 Si rimonta tutto il canale (II con passaggi di III+). Alla fine del canale si traversa a destra e si sosta su un sasso, tra mughi, in prossimità del vicino spigolo. 35 metri
L6 Dalla sosta si traversa pochi metri a destra, attenzione a non finire sullo spigolo, e si risale il ben visibile camino (IV+, chiodi e cordone su sasso bianco). Oltre il camino si prosegue per una decina di metri fino alla sosta. 30 metri
L7 con un tiro unico si esce fuori dalla via. Dalla sosta di L6, si traversa tutto a destra per comoda cengia (si cammina). Si ignora la sosta alla base dello spigolo. Si monta sullo spigolo e con arrampicata esposta ed aerea su roccia molto bella si continua lungo questo. (IV) Si ignora una sosta intermedia. Si continua lungo lo spigolo fino a sbucare fuori a destra tra mughi e sassi marci. Occhio alla roccia e ai mughi. L'uscita giusta però dovrebbe essere forse a sinistra. Sosta su cordone bianco su spuntone o alternativamente su due fix.

Discesa: si scende a sinistra faccia a valle per tracce, fino ad incontrare il sentiero di arroccamento. Lo si segue verso sinistra, fino a forcella Baffelan, e da questa giù per il Boale, che porta alla strada del Re.

mercoledì 21 luglio 2010

Val Rienza - Cima Col di Mezzo - Hat Spass Gemacht






Cortina e i suoi trambusti...ogni volta che ci passo mi viene il mal de panza. La Val Rienza, invece, sembra essere un piccolo mondo a parte, a pochi passi dal trambusto. Posto silenzioso e suggestivo.
La via in questione si sviluppa al centro della parete grigia della Cima Col di Mezzo.
E' una via carina che sa offrire un'arrampicata tecnica, ma anche di resistenza, su placche verticali grigie. Non mancano lunghezze classiche su camini e rampe.

Purtroppo a quattro tiri dalla fine, ha iniziato a tuonare e piovere. Abbiamo fatto un po' di corse, ma ci siamo gustati ugualmente la via! soprattutto il camino finale, bagnato fradicio.

Note: Via plasir in ambiente mozzafiato. La parete resta in ombra fino alle 14.00. Consigliata in giornate calde. Contare 1 ora di avvicinamento. Circa 5 ore e mezza per la via (noi ne abbiamo impiegate 4.45 correndo per il temporale che arrivava). 2 ore la discesa. Eventualmente possibile calarsi dalla via in doppia (soste tutte attrezzate).

Attacco: Dalla Val di Landro, risalire la Val Rienza per circa un'ora (passo veloce). Quando iniziate a vedere la parete sulla vostra destra, prestate attenzione ad un grosso sasso posto al di là del torrente. Vi sono degli ometti ben visibili che indicano la traccia d'attacco.
Un consiglio: volendo, la si può comodamente fare in mountain bike la strada forestale...se vi stanno le bici in macchina vi risparmierete sicuramente quaranta minuti buoni di camminata.

Materiale: 13 rinvii. La via è attrezzata ottimamente a fix da 10 mm. Soste predisposte per calate in doppia eventualmente. Chiodatura abbondante (S1/2, anche laddove le difficoltà diminuiscono). Forse si poteva risparmiare qualche spit.

Difficoltà: IV+,V+, VI, 6a, alcuni passaggi di 6b. Obbligatorio 6a. Un ottimo filtro è costituito dal primo tiro. Se lo fate bene, non avrete più problemi per il resto della via.

Relazione:
L1 Attaccare in corrispondenza della scritta rossa "Strass" e di due clessidre trapanate con cordino. Bella placca verticale grigia di movimento. Attenzione che la fila dei fix potrà trarvi in inganno. Talvolta conviene spostarsi un po' a destra o un po' a sinistra, laddove pare più logico. (6a+). Passaggio finale, prima di arrivare in sosta, su una tacca molto buona per la destra a rinviare (6b). 45 metri
L2 Salire obliquando a destra dalla sosta. Risalire un muretto grigio (6a) fin sotto ad una placca bianco rossastra strapiombante. Andare leggermente a destra, per poi obliquare verso sinistra con movimenti eleganti e di continuità su buone lame (6a/b). Si esce su gradoni e roccette fino alla sosta posta a destra, faccia alla parete. 55 metri ALLUNGARE BENE LE PROTEZIONI, altrimenti farete fatica ad arrivare in sosta.
L3 Tiro corto, verticale su roccia prima grigia poi bianco rossastra. Prestare attenzione alla qualità della roccia in questo tiro, un po' delicata. 6a, 27 metri. Sosta su una nicchia.
L4 Dalla sosta, risalire per un metro con movimento atletico, passaggio boulderoso (6b). Da qui traversare a sinistra e quindi verticalmente per roccia grigia a lame senza difficoltà ulteriori (6a). 30 metri
L5 Verticalmente per roccia bene ammanigliata, V+. 30 metri
L6 Tiro facile, dapprima verso destra (elementare). Si risale ora un camino sulla sinistra, con movimento d'entrata non banale (V). Poi più facilmente fino alla sosta (IV). 30 metri
L7 Placca grigia verticale (V+). 25 metri
L8 Gran bel tiro di continuità. Partenza facile, poi tettino con passaggio singolo di 6a/b, bene ammanigliato. Poi verticalmente con bella arrampicata su buchi e tacche (6a). 45 metri
L9 Placca verticale. 6a. 30 metri
L10 Placca verticale. V+ 30 metri
L11 Placca verticale, poi si entra in un diedrino con tipica arrampicata in spaccata. Buona esposizione. VI, 30 metri
L12 Tiro in lungo obliquo verso destra. Placche appoggiate facili (IV), più canale fessura finale. 55 metri
L13 Si risale il primo camino sulla destra. V 35 metri
L14 Si continua per camino ora più profondo, con classica tecnica in spaccata. Vi è un passaggio in cui è opportuno girarsi con la faccia a valle, diviene più facile. VI 30 metri OCCHIO AI SASSI SMOSSI DALLA CORDA

Per roccette, erba e mughi fino allo slargo prativo di vetta.

Discesa: per comodo sentiero panoramico con vista sulle Tre Cime di Lavaredo.

sabato 17 luglio 2010

Spiz de Mondeval, Lastoni di Formin - Re Artù

Bel tiro in fessura/lama
Beppe e Checco su bella placca
Il vecio Leardi si è dimenticato il caschetto
Il discepolo e i due maestri :)
Giornata splendida al Passo Giau, le cui verdi radure nei pressi di Mondeval rilassano come sempre. Era dall'anno scorso che non venivo in questa zona, quando, assieme ad Emanuele, avevo ripetuto una Hoi Nau sulla parete di Ponta Lastoi. L'ambiente è davvero incontaminato e sono pochi i rumori di auto o moto che giungono in queste radure silenziose.

La via è molto bella è nonostante sia una via moderna attrezzata a spit e qualche chiodo, possiede una certa sua logica, che viene inseguita attraverso diedri e fessure. Non mancano tiri in placca su roccia a dir poco splendida. Impegno plasir.

Materiale: 15 rinvii, la via è protetta ottimamente a fix da 10 mm e chiodi. Non servono friends né nuts. Chiodatura RS1.
Difficoltà: V+, VI, VI+, VII un passaggio (o 6a/b).
Sviluppo: circa 320 metri. 10 tiri

Relazione:
L1 Si attacca 5 metri a sx dell'attacco di Love my Dogs, quest'ultimo caratterizzato da una pietra fissata con un tassello da 10 mm alla parete. Vi è un cordino molto piccolo bianco sbiadito. Ad ogni modo è visibile il primo fix colore grigio a circa 7/8 metri d'altezza in corrispondenza di un diedrino.
Si attacca la facile rampa da destra verso sinistra, portandosi sotto ad un piccolo strapiombetto oltre il quale si trova il primo fix. Con passaggio atletico si supera lo strapiombetto (VI) e si prosegue verticalmente per una rampa verticale fessurata molto bella (V) protetta a fix e chiodi. Al termine della rampa si traversa leggermente a sx per poi rientrare a dx e raggiungere il comodo terrazino di sosta. Sosta su un solo fix con anello. 40 metri

L2 Dal terrazzino, verticalmente sopra la sosta per placca molto bella (IV+). Si obliqua leggermente a sx per poi spostarsi nuovamente a destra. Movimento in leggero strapiombo (VI+). Poi, con più facilità (V) per placche verticali fino alla successiva sosta su 1 fix con anello. 35 metri

L3 Dalla sosta per placca più o meno verticale con arrampicata molto bella fino in sosta (V). 35 metri

L4 Sempre verticalmente per placca fino a che questa non si interrompe su di una lastronata grigia che va evitata alla sinistra (V e IV+) per poi obliquare a destra fino alla sosta su di una larga cengia alla base di un bel diedro fessurato. 35 metri

L5 Si risale il diedro fessurato con arrampicata elegante in spaccata tra le due facce (V+). Dove questo termina contro un tetto, si traversa a destra seguendo una fessura per le mani. Si fuoriesce su uno stretto ballatoio. Si traversa per tre metri a destra - attenzione alla roccia qui - fino ad un piccolo strapiombetto (chiodo) che va risalito (V+) fino alla sosta con 2 fix e cordoni. 35 metri

L6 Si è ora in corrispondenza del tiro forse più bello della via. Una lunga placconata di calcare solidissimo tra il grigio ed il giallo, con arrampicata tecnica e mai faticosa, che punta ai tetti sovrastanti. Dalla sosta si obliqua per un paio di metri a destra (V+). Vi è ora un breve passaggio tecnico su piccoli appigli per la mano sinistra e un verticale un po' sfuggente per la mano destra, ma su buoni appoggi. (VII, per me 6a/b). Ampiamente azzerabile.
Si prosegue poi per magnifica placca, in buona esposizione, lungo tutta la placconata, ora grigia, ora gialla (VI). Si arriva in sosta dopo circa 50 metri. Servono abbastanza rinvii per questo tiro. La sosta è su di un ampio terrazzo posto al di sotto di un grande tetto, fix con anello.

L7 Dalla sosta, spostarsi a destra di due metri e risalire la placca fessurata con movimento atletico (VI+). Prestare attenzione alla scaglia a destra che suona vuota. Si obliqua ora verso destra lungo una fessura che solca diagonalmente la placca sotto al tetto (VI+). Si esce a destra su cengetta. Tiro corto, 20 metri. Alla destra visibile molto bene il cordone bianco della placca di Love my Dogs.

L8 Altro tiro molto bello, più o meno come L6. Dalla sosta si rimonta con difficile passaggio sulla rampa soprastante con prese un po' sfuggenti per le mani (VI+). Si prosegue verticalmente sul filo dello spigoletto con roccia marmorea. Giunti ad una placchetta, traversare leggermente a destra e continuare verticalmente con arrampicata entusiasmante lungo una lama/fessura (VI) fino in sosta. 30 metri

L9 Più facilmente, verticalmente per risalti fino alla sosta successiva (IV/V). 35 metri

L10 Difficile partenza dalla sosta (V+), poi più facilmente per risalti e roccette fino in vetta. 40 metri.

Discesa: noi siamo scesi con due doppie (una da 60 metri e l'altra da 35) per il canale a destra, faccia a valle. Attrezzate ottimamente a fix da 10 nuovi con catena. Eventualmente c'è da camminare più o meno due ore se si vogliono evitare le doppie.

giovedì 15 luglio 2010

Parete di Cismon - Dante Meninato








Oggi piani dolomitici saltati, nel tardo pomeriggio provo a fare una chiamata a qualcuno...non ho molta voglia di falesia, né di tanti chilometri. Il socio lo trovo, la via pure. Via dritti in Valsugana, destinazione Cismon. In realtà, si voleva andare a vedere la Val Dicina, ma di zecche ne ho prese fin troppe in questa ultima settimana.
Attacchiamo verso le sei, ancora in pieno sole, piedi lessi al primo tiro. Poi alle sette la parete va in ombra, ci godiamo il resto della via. Arrivo al Cornale alle nove di sera, birra+canederli d'obbligo.

La via è molto più bella di quanto mi aspettassi. La qualità della roccia è sempre ottima, non dimentichiamoci che siamo sempre a Cismon, ovvero il Verdon dei poveri.
Chiodatura stra-abbondante, avvicinamento di 3 minuti, discesa per comodo sentiero in venti minuti, roccia ottima, difficoltà soft = via PLAISIR al 100%.

La parete è in ombra la mattina, al sole il pomeriggio fino alle 19.00. Volendo si può attaccare di sera come abbiamo fatto noi, portandosi magari una frontalina giusto per il nonsisamai. Basta corda singola da 60 metri.
Attenzione che dopo il terzo tiro, una ritirata in doppia può risultare abbastanza problematica.

Materiale: 14 rinvii. Soste già tutte con catena.
Relazione:

L1: Si parte aiutandosi con l'albero, per placca bella verticale lavorata a gocce molto belle nella parte finale. Chiodatura abbondantissima. 30 metri, direi un buon 5c, aiutandosi con l'albero.
L2: Traversare a sinistra, per 10 metri. Sembra più preoccupante di quanto in realtà non lo sia. 5b
L3: Si risale la fessura faticosa. Se si rimane dentro, incastrandosi, risulta stranamente più facile rispetto a starne fuori, cercando di tenere quell'obliquo per la sinistra. Fatta in maniera inguardabile ma in libera, fiuuu. 6a/b (si può azzerare tranquillamente). Dopo la fessura, in corrispondenza di un chiodo arrugginito oltre una clessidra, si traversa nettamente a destra, per 5 metri, con movimenti delicati ed eleganti, 5c. Sosta su un terrazzino piccolo ma comodo, con alberello e formiche. 25 metri
L4: si sale oltre la sosta e si traversa nettamente a sinistra. Bel passaggio nel traverso su fessura buona per le mani, piedi da mettere con criterio. 6a? Oltre il traverso, si risale una placca molto bella, 5b. Sporca un po' di terriccio. Si risale il bosco verticale aiutandosi con delle corde fisse piuttosto vecchiotte, ma che sono solo d'ausilio. Sosta su giardino pensile, ai piedi del grande tetto. Consiglio ai ripetitori, portarsi una zappetta: secondo me, sotto la terra c'è una placca fantastica che si intravede in poche chiazze lasciate libere dalla terra. Magari riusciamo ad aggiungere un tiro in quel boschetto! 30 metri.
L5: Tiro più bello della via, a mio parere. Dalla sosta si risale verticalmente, fino al bivio tra la Meninato e la Bong (scritte in rosso). Chissà come sarà sta Bong...mah, vegetata sicuramente nel tiro del diedro. Per la Meninato si traversa a sinistra su placca stupenda grigio scuro, lavorata un po' a gocce e concrezioni. Che tiro meraviglioso! 25 metri, 5c
L6: Tiro più duro della via. Si risale dalla sosta, un vago diedrino, 5c. Si traversa a sinistra leggermente, 5c, fino a dove è possibile rimontare su di un esile terrazzino per i piedi. Smagnesate bene che qui c'è un boulderino cancaro degno dei 7a più duri di Lumignano. Difatti la guida, lo dà di 7a+. Realizzo all'istante che il passaggio è proprio duro. Praticamente da quel poco che ho capito, si dovrebbe bloccare un rovescio per la mano sinistra abbastanza buono. Piedi alzarli bene, su appoggi di merda, andare a cercare qualcosa di intenibile per la mano destra. Risistemare i piedi, e forse rilanciare con la destra ancora più su. Inutile, ghe voe el grado! Si continua per una specie di diedrino/lama/fessura fino in sosta, 5c. Tiro piuttosto lungo ed esposto. Cinque stelle. 40 metri.
L7: Facilmente, per roccette vegetate ma di ottima qualità, si sbuca nel boschetto soprastante. 30 metri, III+.

Discesa: si seguono i bolli arancioni fluorescenti fino all'imbocco della stradina sterrata. Scendere a sinistra, e poi ancora a sinistra in corrispondenza ad un gruppo di case.


Da non perdere!

mercoledì 14 luglio 2010

Falesia di Castelpietra

Ieri, muovo al nord con Nuria, qui per un ultimo giorno ancora prima di partire per l'Australia...
la falesia è bella fresca, in un boschetto ventilato. Frequentazione alta.
Si compone di due settori: un sasso facile, ed un paretone abbastanza selettivo.
I gradi utilizzati li ho trovati qui:

totalmente inaffidabili per quanto riguarda il settore facile (Rpg ad esempio è 5c, Astarte minimo 6a+, Cp non si capisce dove vada a finire alla fine...boh, un settore di merda con tiri molto brutti).

per quanto riguarda il paretone...beh, il mio consiglio è di partire con molta umiltà. Dio ha voluto che partissi con Stretching, unico 6a della parete, chiodato da Manolo. A circa metà via, vado su dritto, tanto le piastrine non sono mai una uguale all'altra su queste vie, comincio a sudare...freddo. Quando arrivo in catena mi dico, da criminali gradare così le vie. Alla fine scopro di aver fatto Texas, una variante di Stretching, 6b...manco mal.
Poi mi sposto su Whiskey, 6b+ di continuità bellissimo. Duro, mamma che duro.
Non vado oltre ai gradi, son contento dei 6b+ qua.

In complesso il paretone, per quel poco fatto, offre un'arrampicata decisamente bella.
Gradi severi, i 6b+ si possono considerare tranquillamente 6c. Spittatura un po' strana anche se non lunga (piastrine tutte diverse, molte varianti alle vie che mandano in confusione, a volte trovi la clessidra, a volte il chiodo, sul settore facile manca qualche moschettone di sosta...mah, falesie di una volta).
Richiede un po' di abitudine, almeno per me. Vie lunghe, continuità, da verticale a leggermente strapiombante. Unico neo, molti buchi sono spesso umidi...
Posto da tornarci. Indubbiamente. Magari si riesce a far qualcosina meglio.

lunedì 12 luglio 2010

Scalet delle Masenade - Decima




Di ritorno dalle ferie al mare, chiamo tutti i soci disponibili per una via corta la domenica. Rifiuto un invito a nozze di Checco e Beppe, per la Andrich al Cimon della Pala, visto l'obbligo di tornare per il lavoro alle sei di sera. Maledizione a 'sta pizzeria!
In compenso provo a sentire Adriano, con il quale ero uscito la settimana scorsa. Lui è già d'accordo con un socio per andare a fare la Decima in Moiazza. Mi dico, via corta e comoda, quasi quasi mi aggiungo volentieri!
Partenza ore 6.30 da casa. Sosta ad Agordo per un caffé, dove troviamo un po' di amici del Gam, e ci facciamo spiegare dal barista la strada per Malga Framont (c'ero già stato l'anno scorso per una via sulle torri del Camp, ma la memoria fa acqua da tutte le parti).

Arrivo alla base della parete con una bella sfilza di cordate già abbastanza alte. Davanti a noi abbiamo due tedeschi che ci fanno subito capire che non vi sarà modo di superarli. Ci impediscono di partire prima di loro e ci obbligano ad aspettare che si cambino e si preparino, visto che sono arrivati prima loro...vabbè, non si discute.

Parto io sul facile primo tiro, che in realtà non è da sottovalutare, visto che si tratta di 40 metri di placca appoggiata, con alcuni passaggi a volte delicati, senza possibilità di mettere un corno! Sosta occupata dai tedeschi, non mi fido ad avvicinarmici...aspetto il mio turno va là.
Il secondo tiro è un bel diedro fessurato dove, volendo, uno può usare tutta la serie di friend per proteggersi.
Il resto della via è un tripudio di clessidre e roccia lavorata, a volte slavata, molto bella.
In complesso la via è bella ed offre un'arrampicata varia, con prevalenza di tratti atletici in leggero strapiombo.
La relazione non la metto visto che se ne trovano in internet di molto buone, e comunque l'andamento della via è molto evidente. Prestare attenzione solamente in certi tratti non obbligati, dove la logica suggerisce di seguire il facile nel difficile. Pochi i chiodi lungo la via, tuttavia le clessidre abbondano.

domenica 4 luglio 2010

Torre Jolanda : SuperSoro




Oggi programmi arrampicatori dirottati a causa della Gran Fondo delle Dolomiti, che ha praticamente chiuso tutti i passi nel raggio di 20 km da Cortina.
Cambiamento di programma. In macchina, Adriano tira fuori da sotto il sedile un foglio di carta stropicciato...unica relazione alternativa che ha: SuperSoro in Moiazza. Trovata la sostituta!
Via tranquilla e di ripiego, ma che alla fine si è rivelata essere più carina di quanto ci aspettassimo.

Partenza in ritardo dal rifugio Tomé - maledetti ciclisti. Come temiamo, troviamo un bel pò di cordate sulla parete, alcune anche sulla nostra via. Pazienza, ormai il danno è fatto. Nell'avvicinamento conosciamo un giovane francese molto simpatico che arrampica con una sua zia, sorda, di 62 anni. Incredibile! il mondo è proprio strano. Parliamo del più e del meno...Poi sullo zoccolo loro si legano. Noi proseguiamo slegati fino all'attacco vero e proprio della via. Tanto lo zoccolo ha una roccia solidissima. Che gusto!
Usciamo dalla via sorpassando un paio di cordate da Belluno molto gentili e simpatiche.

Relazione (usata quella di Jacopelli, anche quella di rampegoni.it è molto buona comunque).

Sviluppo: 250 metri
Roccia: ottima, anche sullo zoccolo!
Difficoltà: dal IV al V, con un passaggio di V+ e uno di VI-. Gradi non severi
Materiale: tutte le soste sono già attrezzate. Martello e chiodi non servono. Uno o due friend medi. Fettucce

Zoccolo: slegati, imboccando una spaccatura che si trova a 3/4 sulla destra, faccia alla parete. Si risale con facilità usando un po' la logica, fino alla cengia basale dove la via vera e propria ha inizio.

L1: Si attacca tutto a destra, faccia alla parete, in corrispondenza di un chiodo cementato e una clessidra uniti da cordone (Sosta). Come riferimento per l'attacco tenere a mente anche un mugo sotto alla sosta. Ben visibile primo chiodo chiaro più o meno a 4 metri dall'altezza.
Si risale fino al primo chiodo, poi verticalmente per placca fino a prendere una lama verticale (possibile mettere un buon friend). V
Spostarsi a sx per esile cengia fino alla base di un diedro camino. Lo si risale tutto (V) (2 chiodi) fino ad uscire sul comodo terrazino di sosta 45 m.
L2 Facilmente obliquando leggermente a dx e poi verticalmente per placche facili (IV). Con un tiro di 60 metri si arriva direttamente alla cengia mediana.
L3 Qui c'è la possibilità di prendere l'originale, V a sinistra. Noi saliamo per la variante verticalmente sopra la sosta. Si supera dapprima un passaggio atletico (VI-, 1 passaggio protetto da ottimo fix da 10, peccato). Poi verticalmente, chiodo giallo, per placche spesso atletiche ma su roccia bene ammanigliata e solidissima (V). 45 m
L4 Si sale ancora verticalmente con facilità (III) fino a un ampio incavo ( ch.
in basso). Si esce a dx con movimento delicato (IV+) e si prosegue verticalmente fino in sosta su clessidra. 40 m
L5 tiro facile verticalmente su rocce articolate fino alla stretta vetta 30 m (IV,III). Sosta su due spit. Io, non vedendoli, ho usato uno spuntone.

Discesa: noi abbiamo optato per una bella camminata lungo la via normale, anziché le doppie. Tanto la via è breve, perché toglierle il gusto della discesa?