martedì 28 dicembre 2010

domenica 19 dicembre 2010

Valsugana - Il nuovo cantiere (seconda parte)


Oggi in condizioni meteo invernalissime (5 gradi sottozero stamattina) io e Silvio ci dedichiamo al secondo tiro della nuova creatura. Dopo qualche mezzo congelamento a mani e piedi, arriviamo al punto dove eravamo rimasti la scorsa volta. A Silvio tocca il secondo tiro. Dopo un assideramento sento Silvio che trapana la sosta alla base della placconata che ci ha dato l'ispirazione per l'apertura di questa via. Ad un certo punto, sento Silvio che mi grida:"vedo una staffa di ferro in alto sulla placca!" dico io "scherzi?!?!?!?!?" "no no - fa lui - sul serio". Arrivo in seconda sosta anch'io con i piedi congelati, e con stupore misto ad incredulità scorgo anch'io quel pezzo ruggine di ferro piantato in mezzo alla placca a noi soprastante. Non è né una piastrina, né un chiodo a pressione, ma una vera e propria staffa di ferro messa là da qualcuno per non si sa quale motivo...abbiamo motivo di ritenere che sia stata una perlustrazione di qualche disgaggiatore calatosi dall'alto. Comunque ci ha un po' spiazzato trovare quel ferro lì. Mah, vedremo cosa scopriremo aprendo anche il terzo tiro, che si preannuncia decisamente più incazzato dei primi due.


Fine seconda parte.

sabato 18 dicembre 2010

Incontri ravvicinati del terzo tipo in Altopiano




Stamattina, dopo la nevicata che ha sommerso praticamente tutto ieri sera, vado con Nuria a fare due passi verso l'ignoto, per smaltire anche la sbornia della cena indiana di ieri sera.
D'obbligo fare il pupazzo di neve (che Nuria ha democraticamente deciso di chiamare Alfredo).
Colgo l'occasione per passare in Valsugana e vedere lo stato neve sul nuovo cantiere. Poi una passeggiata verso l'Altopiano di Asiago regala quasi a fine giornata un insolito incontro con un bellissimo maschio muflonico, bello e pacifico in cerca di qualche filino d'erba da mangiare. Quando ci ha visto si è messo in posa gentilmente per una foto, prima di sparire tra la neve...
non ci è rimasto che fotografare qualche parete vergine e fiondarci in malga per una cioccolata con tantaaaaa panna!




domenica 12 dicembre 2010

Valsugana - Apertura nuovo cantiere





Stamattina con il buon Silvio ci dirigiamo in Valsugana per iniziare un nuovo progetto su un bel paretone di calcare dall'aspetto decisamente invitante. La linea sembra abbastanza evidente...staremo a vedere che sorprese ci riserverà.
La giornata inizia da subito con una sfiga...arriviamo sotto l'attacco (per fortuna non troppo lungo), mi preparo per fare il primo tiro...cazzo le punte del trapano le ho lasciate in macchina!!! Torniamo alla macchina, carichiamo le punte e dato che ci siamo prendiamo anche una batteria un po' più grossa del trapano.
Pari o dispari chi inizia ad aprire, alla fine il buon Silvio lascia a me l'onore di aprire il primo tiro (riusciremo a fare solo questo in mezza giornata a disposizione).
Pianto un bel chiodone artigianale all'attacco, poi dopo un poco incastro un bel nut strategico che mi consente di piantare il primo fix. E così via fino alla parte finale del primo tiro che è veramente riservata ai soli amanti del genere (un buon prato verticale della Valsugana doc, un po' psyco).
Faccio sosta su albero e un fix da 10 per la calata...proprio alla base di dove inizia la via vera e propria. Sfortunatamente è già mezzogiorno e Silvio deve essere a casa nel primo pomeriggio per il lavoro. Non facciamo nemmeno a tempo a scambiarci il testimone che già l'avventura è finita...non ci resta che scendere e sperare che le doppie non si incastrino.

Bella avventura, speriamo di riprenderla presto.


lunedì 29 novembre 2010

Valsugana - Strapiombi visionari




Con Davide in gran spolvero che oggi ha esibito una pompa a livelli straordinariamente elevati...sarà la cura pannello o che qui è pressoché un local!?

Giornata partita freddissima, ma terminata con un gran sole irradiatore. Anche oggi, nonostante tutto, timbrato il cartellino.

giovedì 25 novembre 2010

Arco, Rupe Secca - Tyszkiewicz





Oggi con il vecio Checco è stata un'odissea. Partiti alla buon'ora, dopo averlo convinto che il Pilastro dei Barbari fosse asciutto e che le vie Tovaric e Paola fossero fattibili, ci incamminiamo lungo il sentiero che parte da Costa. Facciamo anche tutto il pezzo di bosco verticale per arrivare all'attacco, finché proprio alla base del primo tiro ci accorgiamo che sia Paola che Tovaric sono completamente bagnate. Ahem.....Leardi comincia già imprecare vedendo sfumata la sua opportunità di arrampicare nell'unica giornata di ferie del mese, io che tento di giustificargli il fatto come: ma dalla strada sembrava tutta asciutta.
Poco male, dato che siam qui, propongo Cismon, ma a Leardi mette tristezza. Fu così che, colto da un sentimento di compassione, decido di assecondarlo nella scelta originaria di Arco, nonostante sia stato anche ieri. Hihihihih...w i disoccupati!
Arriviamo in piazza a mezzogiorno quasi (mai arrivato così tardi ad Arco), e mo' che se fa?!
Via easy e possibilmente comoda. Parete individuata: Rupe Secca per la via Tyszkiewicz (o come diavolo si scrive).
Parte Checco sul primo tiro come una furia, ovviamente abbiamo solamente rinvii e corda singola da 70. Unendo un po' di tiri siam fuori alle due e un quarto.

La via comunque è bella, sebbene sia breve. E' un po' alpinistica, nonostante la presenza di spit. Magari portare qualche friendino per essere più sicuri. Difficoltà classiche, con qualche passaggio peperino. Unica pecca, la roccia è decisamente unta in alcuni punti.



Relazione:

Attacco: Parcheggio Camping Arco sotto la Rupe Secca. In 5 minuti si è all'attacco. Sotto la verticale della evidente nicchia, c'è un diedro grigio con un alberello a circa 5 metri d'altezza.

Materiale: 10 rinvii, qualche cordino, magari due o tre friends medi e piccoli. Via attrezzata parzialmente a spit lungo i tiri, e con un mega fittone resinato ad ogni sosta.

Difficoltà: V, VI+, VII+ o A0.

L1 risalire il diedro grigio erboso con facilità oltrepassando due piante. Traversare dopo la seconda pianta a destra su placca fino in sosta. 35 metri, IV+. Tiro molto brutto

L2 dritti per placca sopra la sosta fino ad un primo anello (V), poi traversare a destra con facilità (IV+) fino ad entrare nella nicchia servita da alcuni gradini scolpiti. Qui noi abbiamo tirato dritto saltando la sosta nella nicchia e proseguendo lungo la fessura a sinistra (V). Qui può tornare utile un friend. Si sosta su una rampa alla base di un netto strapiombo. 60 metri

L3 si sale fino ad un primo chiodo, poi strapiombo ben protetto a spit traslucido (VII+ o A0) occhio a non farvi scivolare via i piedi. Uscita molto bella su placca rossa (V+) con qualche goccia e corallo, seguita da un obliquo a destra su fessura un po' erbosa fino ad una pianta di fico (V+). Sosta all'interno della nicchia oltre la pianta di fico. 30 metri

L4 in spaccata un po' alla bell'e meglio si esce dal camino ad imbuto (VI+ mi è parso molto stretto, per me è un buon 6b, su appoggi imburrati). C'è un friend incastrato per azzerare l'uscita su spigolo. Segue spigolo fessurato stupendo ben protetto a spit fino in sosta (VI). 30 metri

L5 Placchetta tecnica per i primi due spit su gocce unte (VI+), poi dritti leggermente in obliquo a sinistra per facile diedro fessurato giallo (IV+). In corrispondenza di un grosso albero secco su cui conviene proteggersi, c'è un passaggio in traverso a sinistra un po' da capire (VI) e poi, abbassandosi leggermente, si traversa nettamente a sinistra fino in sosta. 30 metri

L6 Tiro molto bello, dapprima in fessura molto unta (trovato decisamente stretto il IV attribuito da Filippi, meglio un V+, utile un friend). Poi si risale sopra ad un piccolo pilastrino dove ci si sta bene con i piedi. Dal pilastrino ci si alza su placca superando un muretto tecnico (VII, o A0) per poi continuare con più facilità fino in sosta.

Discesca: per la ferrata del Colodri.

mercoledì 24 novembre 2010

Arco, Mandrea - Andre i Colo





Oggi col Bellin ad Arco per una puntata in Mandrea. In realtà l'obiettivo della giornata era Oxygen, ma il primo tiro completamente stonfo ci ha fatto desistere. Pazienza, sarà per un'altra volta. In compenso sul retro della relazione avevo fortunatamente con me lo schizzo del Piano B, ovvero una via del Trota che avevo notato lo scorso anno facendo Uomini nella (o della?!) Nebbia.

Non certo una via di ripiego data la bellezza dei tiri che offre. Arrampicata old-style su placche grigie verdoniane lavorate (parsimoniosamente) a gocce dove conta ancora saper usare i piedi e non solo l'avambraccio. Piacerà sicuramente agli arrampicatori demodè, amanti di appigli piccoli e tecnica di piedi.
Una via sicuramente da ripetere e non tanto ingaggiosa come descritta, possiede tutte le caratteristiche delle vie firmate Trota: bella, grado non regalato e protezioni ottime.
Vale la pena di farla specialmente per la quinta lunghezza, una placca grigia tra le più belle di Arco.

Attacco: praticamente i primi 4 metri della via sono in comune con Moana Mon Amour. Non c'è scritta alla base, ma sono ben visibili i primi due fix dalla base, a fianco della fessura di partenza.

Materiale: via ottimamente attrezzata a fix da 10 sia lungo i tiri che alle soste (attrezzate per eventuale calata). Bastano 13 rinvii. Friends non servono. Chiodatura S2

Difficoltà: 5c, 6b, 6c+ e A1, 1 tiro 7a+ o 6c e A0. Obbligatorio 6c.

Relazione:

L1: Rimontare la fessura a sinistra, poi traversare a destra e continuare per bellissima lama fino in sosta. 5c 25 metri; 3 fix

L2: Per diedro fessurato, ostruito da fico all'inizio e un rovo a circa metà si risale con facilità fino ad un tettino servito da cordone per facilitare il moschettonaggio, si rimonta oltre il tettino usando una bella gocciona svasa per la mano destra. Traversare decisamente a sinistra per 10 metri fino in sosta. 35 metri 5c 1 passaggio 6a; 9 fix

L3: Placca fotonica. Verticalmente per i primi due fix, poi leggermente a sinistra e poi di nuovo dritti. Verso la fine traversare a sinistra per poi riattraversare a destra con arrampicata molto tecnica. 25 metri 6c, 7 fix

L4: Inizialmente sopra la sosta per placche un po' erbose ma belle. Facile la prima parte del tiro, ultimi due fix più impegnativi. Un po' di run out dall'ultimo fix in sosta, piedi in spalmo e svasoni da tenere per prendere un bordo rotto fuori a sinistra. (Io ho saltato l'ultimo fix di questo tiro, dato che non l'avevo visto, era più logica l'uscita a sinistra). 30 metri 6b; 8 fix

L5: Tiro Super in placca fotonica. Questa lunghezza da sola vale sicuramente l'intera via. Inizio con passaggio duro, poi smolla un po'. Poi un boulderino a circa metà tiro per entrare nella seconda sezione di placca a gocce (talvolta molto dolorose). Uscita a destra in corrispondenza del bombé seguendo una lama fino al suo termine, quindi rientrare in placca a sinistra per poi andare dritti con facilità in sosta. 37 metri, 6c+. 12fix

L6: Se la lunghezza precedente entusiasma, questa invece delude un po'. Si è costretti ad artificialare la gran parte del tiro, con un A1 cancaro che sicuramente penalizza i bassi come me. Prima metà del tiro arrampicabile sul 6b, rimontando un pilastrino. Uscita in sosta aiutata da cordone bianco. 25 metri; 11 fix

L7: Altro bel tiro su grigione liscio da spalmo all'inizio. In corrispondenza del quarto fix se non erro c'è un duro boulder da impostare stando leggermente a sinistra e prendendo una piccola spallatina per la mano sinistra. Poi placca ancora incazzata su sequenza di gocce e buchi. Tutto in libera 7a+, altrimenti 6c e A0. 35 metri, 8 fix

L8: zona comodini volanti. Tiro all'inizio facile, poi più difficile in corrispondenza di due tettini. Al primo, si esce un po' a sinistra (la pianta non vale!), al secondo, si sta un po' a destra (eventualmente fettuccia per A0). Unito a L9. 40 metri, 6c. 10 fix

L9: unito a L8 senza particolari attriti. Uscita su roccia rotta (IV) 15 metri, 1 fix.

Una relazione la potete trovare qui:






martedì 16 novembre 2010

Valsugana - Work in progress




Speriamo di finire questa settimana i lavori sul pilastro e poi, se asciuga, a far subito questa bella via...


domenica 14 novembre 2010

Cismon, quattro tiri alla Gusela

Oggi a Cismon c'era la ressa! pareva un marca'...vicentini, trevisani, un mucio de xente insomma. Poco male, con poco tempo siam riusciti a fare i nostri 4/5 tiri lo stesso.
Sono riuscito a chiudere una bella vietta moralizzatrice e una arrancata per la catena su un nuovo progetto per l'inverno. E' giunta l'ora del trave...decisamente.

sabato 13 novembre 2010

Valsugana - Lavori in corso



Oggi con il trio dell'Ave Maria, abbiamo iniziato ad aprire una nuova creatura in Valsugana.
Dio sa quando la finiremo, visto quanto è lungo il siluro dove l'abbiamo iniziata...
Fine prima puntata.


sabato 6 novembre 2010

Arco, Rupe Secca - Passi Falsi






Oggi power trio costituito da Beppe, Checco ed il sottoscritto. Obiettivo della giornata: via corta e possibilmente, "allenante". E Passi Falsi sia!
La via è proprio bella, eccezion fatta per il tiro di 7a che traversa sopra i tetti...a mio parere orribile.
Sulla stessa parete, mi è piaciuta di più Mescalito, anche se meno sostenuta forse.
Chiodata da falesia, offre un'arrampicata tecnica continua e molto divertente.
Peccato per il terzo tiro, trovato bagnato fradicio nella prima parte.
Consiglio: anziché partire dalla rampa obliqua di IV, come indicato dalla guida Filippi, si può fare il primo bel tiro di Ricci e Capricci, e in corrispondenza della sosta, traversare in leggera discesa per 10 metri verso sinistra.


Relazione:

Attacco: parcheggiate al camping di Arco. In 3 minuti sotto alla parete. L'attacco, se fate il primo tiro di Ricci e Capricci, è sotto la verticale del diedro Stenico, in corrispondenza di una placca grigia (visibile primo spit in alto, e a sinistra i chiodi a pressione della via del Marampa Cismon '93).

Materiale: 16 rinvii. La via è protetta ottimamente a fix da 10 (S1 e non S2 come riportato dalla guida Filippi). Chiodatura da falesia.

Difficoltà: 6b, 6c, 6c+ e 1 tiro di 7a (eventualmente azzerabile). Obbligatorio 6b.

Relazione (riporto anche il primo tiro di Ricci e Capricci fatto da noi, molto consigliabile)

L1 Verticalmente per placca grigia con qualche buona lama. Seconda parte del tiro un po' più continua. 6b (trovato di manica larga il 6c attribuito da Filippi a questo tiro) 30 metri

L2 Dalla sosta di Ricci e Capricci, traversare a sinistra per 10 metri in leggera discesa fino a ricongiungersi con la sosta del diedro Stenico, poi obliquare a sinistra per prendere la linea di fix Passi Falsi. Bel muretto iniziale seguito da un diedrino con passo singolo inteso 5 metri prima della sosta. 6b+ 30 metri

L3 Bel tiro, purtroppo trovata bagnata la parte iniziale. Si segue una canna che si fa via via più grossa mano a mano che si sale. Bella dulferata/spallata sul finire della canna. Poi con più facilità verso la parte finale del tiro. Muretto a piccole tacche prima di arrivare in sosta. 6c 30 metri

L4 Stupendo tiro in leggero obliquo a sinistra. Per placca inizialmente, poi per strapiombino ammanigliatissimo, poi ancora per placca con qualche tacca e parte finale in fessura strapiombante con buonissime prese in obliquo a destra fino in sosta. 6a+, 35 metri

L5 Il tiro più bello. Muro tecnico giallo verticale a tacche e qualche buco. Partenza tecnica, poi sezione impegnativa ma non troppo, sezione finale in crescendo con traverso ultratecnico a sinistra fino in sosta, stare alti. 35 metri, 6c+

L6 Tiro ben duro. Sinceramente mi è parso più duro di 7a, ma ho azzerato all'inizio. Partenza molto atletica su diedrino rosso strapiombante per poi uscire a sinistra su placca inclinata (passaggio più duro, 7a?!?!) terzo spit di ostacolo alla libera. Poi con più facilità in traverso verso sinistra, per un'intensa parte finale, sempre in traverso violento su prese sikate. Dal penultimo all'ultimo fix altro passaggio molto duro, occorre scendere di mezzo metro con passo contorsionistico. 25 metri, 7a. Sosta espostissima

L7 Sulla carta 6b+. In realtà la partenza è durissima (primi due fix), su bombé grigio povero di appigli (mi è parso anche qui più di 7a). Poi il resto del tiro si svolge su placca grigia ben appigliata, 5c. 50 metri, tanti rinvii.

Discesa: per la ferrata del Colodri


sabato 30 ottobre 2010

Valsugana, Pilastro Serafini - Via La Fine del Millennio






Era da tempo che sentivo parlare da parte di Beppe e Checco della loro via aperta sul pilastro Serafini sopra Grigno. Ieri, assieme a Beppe ed Adriano, siamo andati a ripercorrere questa linea incredibile tracciata su quel missile di dolomia grigia e gialla.
Aperta dal basso da Francesco Leardi e Giuseppe Tararan a cavallo del vecchio e nuovo millennio (1999/2000) in più riprese, la via in questione si colloca tra le vie impegnative ad alto ingaggio della Valsugana. L'ambiente sembra quello delle Lavaredo, la parete è verticalissima e le soste sempre molto aeree. La linea è spettacolare e con andamento logico supera la parete Ovest del pilastro nei suoi punti di minor resistenza, forzando in alcuni punti le parti più repulsive e strapiombanti della parete in corrispondenza dei gialli.
La via è alpinistica, richiede NECESSARIAMENTE esperienza alpinistica sopratutto per la qualità della roccia, a volte molto friabile, le scarse protezioni presenti, le doppie molto aeree e l'ambiente.

Ieri, durante la ripetizione, si è staccata una cornice proprio sopra la nostra testa. Fortunatamente il pezzo di roccia ci ha schivato di un pelo, ed il volo che ne è conseguito è risultato senza conseguenze...ci è andata bene. In seguito a ciò, abbiamo deciso di calarci all'ottavo tiro e non continuare fino in cima.

Relazione:

Attacco: Il pilastro è ben evidente, in corrispondenza dell'abitato di Serafini in prossimità di Grigno, circa 500 metri più a Sud della omonima palestra di roccia. L'avvicinamento avviene per sentiero di taglialegna all'inizio, tenendo come riferimento il pilastro. Si incontra ad un certo punto un cavo metallico, in corrispondenza di un torrente prosciugato. Per tracce, oltrepassare il torrente e seguendo la costa erbosa risalire il pendio, fino a riattraversare il torrente verso sinistra un'ultima volta per giungere così alla base del pilastro. Una rampa erbosa abbastanza verticale porta al punto dove conviene effettuare la prima sosta su alberelli. Lungo la rampa, vi è un cordone rosa legato attorno a degli arbusti per indicare il percorso. Mezz'ora da dove si lascia l'auto.

Materiale: 13 rinvii, fettucce, una serie completa di friend, dadi, martello e chiodi consigliati. Le soste sono tutte presenti. La via è attrezzata sufficientemente a chiodi e spit da 8 piantati a mano nella prima parte, mentre nella parte alta l'attrezzatura è costituita da fix da 10 e chiodi, distanziati. Le fessure non sono attrezzate, occorre dunque integrare con friends e dadi.

Difficoltà: Premessa, sebbene le difficoltà siano date sportive, spesso i vari 6a e 6b della via sono da superare su chiodi o protezioni veloci. Nonostante la presenza di alcuni spit, la via è alpinistica. Come obbligatorio forse sarebbe meglio parlare di VII/+. Le difficoltà principalmente sono sempre attorno al 6b su roccia delicata. L5 presenta un breve tratto di 7a oppure A1. L4 resta ancora da liberare, la friabilità della roccia qui gioca un ruolo importante.

Sviluppo: 350 metri. 11 lunghezze per arrivare sulla cima vera e propria.

L1: rampa erbosa in diagonale a sinistra. Dal punto di sosta, conviene effettuarlo in prossimità di due alberelli vicini (corteccia scorticata dai massi disgaggiati), si risale verticalmente la rampa erbosa con possibilità di assicurarsi a qualche pianta (III+). Si incontra un fix che indica la direzione giusta, in corrispondenza di questo traversare nettamente a sinistra (IV) (cordone su clessidra) e raggiungere la sosta su comodo terrazzo attrezzata con 1 spit da 8 piantato a mano. 35 metri

L2: dalla sosta, si risale il pilastrino staccato sulla destra, che forma una larga fessura alla sua sinistra nel punto dove si appoggia alla parete (eventualmente possibile assicurarsi con friend grossi) (V). Una volta rimontati sopra il pilastrino, inizia un aereo obliquo verso destra su roccia buona che presenta qualche piccolo buco per le mani (6a). In corrispondenza dell'ultimo spit, stare bassi e andare ancora un po' verso destra per poi risalire verticalmente ancora 5 metri fino ad un piccolo chiodo che protegge l'uscita in sosta. Sosta appesi, attrezzata su due spit da 8 piantati a mano. 30 metri, lungo il tiro 3 spit ed un chiodo normale

L3: traversare due metri a sinistra e risalire la parete concava gialla fino al primo chiodo a lama, posto abbastanza alto (VI). Salire verticalmente lungo il muro giallo fino a dove questo finisce contro uno strapiombo servito alla sua sinistra da un blocco instabile, da trazionare con estrema cautela (6b+). Una volta superato lo strapiombo, risalire per qualche metro fino ad un muro grigio. Traversare dunque a sinistra per quattro metri, stando bassi, su blocchi grigi un po' instabili fino a raggiungere una fessura in diagonale verso destra. Risalirla completamente con difficoltà concentrate in un passaggio ostico, che va protetto con friend piccolo (6b). Si sosta alla base di uno spigolo giallo strapiombante, 35 metri.

L4: tiro chiave. Dalla sosta si risale verticalmente lungo i primi due spit con difficoltà e su roccia friabile (6c), dopodiché in corrispondenza di un chiodo ad U vi è un passaggio atletico difficilmente superabile in libera (A1). Si continua verticalmente con difficoltà lungo lo spigolo strapiombante, incontrando un altro pezzo in cui occorre affidarsi ai chiodi (A1). Uscita su spigoletto, su roccia un po' meno delicata ma sempre che richiede la massima attenzione (6b). 25 metri, sosta su tre spit da 8 piantati a mano.

L5 tiro più bello. Dalla sosta risalire verticalmente fino al primo fix da 10, da qui iniziare un obliquo verso sinistra di resistenza su roccia a tacche e qualche buco (7a). Al termine del muretto difficile, risalire con più facilità (V+) fino alla base di una evidente fessura gialla bellissima. Risalirla, proteggendosi con friends medi fino a dove questa incontra una strozzatura strapiombante. Con passaggio faticoso (6b) superare la strozzatura e obliquare verso destra fino alla successiva sosta. 40 metri

L6 si risale il muro grigio lavorato a tacche. Seguire i fix da 10, attenzione a quello che si tira, non tutto apparentemente solido. Sempre con andamento verticale, si supera infine un piccolo tettino, servito da un chiodo universale grigio. Sosta poco sopra il tettino sulla destra. 30 metri, 6b

L7 si traversa in leggera discesa tre metri a sinistra e si risale la placca grigia fino al primo fix (posto molto alto). Si prosegue verticalmente per placca grigia con qualche cornice instabile. Si obliqua verso destra a circa metà del tiro, seguendo qualche raro fix ed un chiodo a lama. Dal chiodo a lama, salire verticalmente stando a destra di un pilastrino grigio instabile. Allungare bene le protezioni in questo tiro, attenzione al gioco della corda sugli spigoli e le cornici. Potrebbe smuovere cose molto grosse, come è capitato a noi. 30 metri, 6b. Sosta al di là dello spigolo su piccolo terrazzino erboso sospeso, su tre chiodi normali.

L8 dalla sosta, risalire con estrema cautela lungo le due fessure parallele grigie per 5 metri. Si è ora in corrispondenza di un muretto grigio fessurato, l'uscita è il passaggio più delicato (VI+) che può essere protetto con un piccolo friend. Una volta usciti, con arrampicata molto delicata in obliquo verso sinistra su rampa erbosa si raggiunge la sosta con due spit da 8 piantati a mano e catena con anello di calata. Attenzione, tiro delicato, senza protezioni.

Giunti qui con un altro tiro corto non attrezzato, si giunge alla cresta erbosa finale che si può percorrere in conserva. Vi è poi l'ultimo tiro sul pilastrino sommitale che arriva alla vetta vera e propria del pilastro con barattolo e libro di via. Da qui, con una breve doppia si ritorna sulla cresta e da questa alla sosta di L8, per la discesa in doppia.
Noi, giunti a L8, ci siamo calati.

Discesa: da effettuare dalla sosta di L8 con quattro lunghe doppie (55 metri), tutte molto aeree. La prima doppia va da L8 a L6, la seconda doppia da L6 a L5 con aereo pendolo, la terza doppia da L5 a L3 con pendolo anche questa se non ricordo male, l'ultima doppia da L3 alla base in diagonale verso destra faccia alla parete. Le doppie sono tutte molto verticali, da effettuare con estrema attenzione. Non c'è il rischio che si impiglino.

Piccolo filmato qui: http://vimeo.com/16360032

giovedì 28 ottobre 2010

Arco, Mandrea - Pagliaccio Ridi




Oggi in compagnia del vecio Checco siamo andati a fare questa via plaisir in Mandrea. La giornata era perfetta, si arrampicava bene col pile addosso. La via è bella e su roccia sempre ottima lavorata a gocce. Arrampicata libera continua e abbastanza sostenuta (i vari A0 si fanno senza problemi).
C'è da dire però che la chiodatura è fin troppo ravvicinata, banalizzando un po' il gesto dell'arrampicata. Per vie del genere, sarebbe più opportuno un obbligatorio un po' più alto a mio parere. Chi va a ripeterla avendo il grado per farla in libera, troverà certamente ridicola la distanza misera tra le protezioni. Peccato.

Materiale: 15 rinvii, se passate tutti i fix e unite i tiri allora ve ne servono almeno 20. Via chiodata ultra abbondantemente a fix da 8 lungo i tiri e alle soste, più qualche sporadico fix da 10 alle soste.

Difficoltà: nonostante la guida Filippi riporti molti A0 le difficoltà sono tutte comprese tra il 6a+ ed il 7a. Principalmente le difficoltà si aggirano dal 6b e 6c. Il tiro di 7a è bello e non molto difficile, vista anche la chiodatura ravvicinata. Obbligatorio 5c.

Relazione:

L1 Salire in corrispondenza della targa con nome per vago pilastrino di roccia rotta (IV+), 1 cordino su clessidra, un chiodo ed uno spit. 20 metri, eventualmente unibile al secondo. Io ho fatto sosta sul primo fix del secondo tiro, sulla destra faccia alla parete.

L2 Unibile a L1. Si risale per placca verticale a gocce e blocchetti con arrampicata tecnica (6b). In corrispondenza di un fix servito da cordino bianco, stare a destra e rimontare con passaggio più intenso fino a prese più buone (6c). In breve alla sosta.

L3 Altra placca molto bella a gocce. Arrampicata sempre tecnica e mai faticosa (6b) con un passaggio singolo di 6b+. Tiro corto

L4 Si traversa orizzontalmente a sinistra con facilità (5c). Evitate la prima sosta che incontrate, abbassatevi di un metro e rimontate verticalmente fino al primo fix con passaggio tecnico (6b+). Poi continuare a traversare a sinistra stando un po' sopra la linea dei fix (6b).

L5 Si segue la lama bene appigliata (6a+) fino a dove questa finisce. All'uscita della lama un passaggio tecnico su una goccetta appena accennata da prendere di spallata con la mano destra porta fuori a sinistra a prendere una buona goccia per la mano sinistra (7a). Da qui ci si alza poi per placca a gocce si rimonta fin sotto uno strapiombetto. Bloccaggio viulento per uscire sul bombé che porta in sosta (6c). Se l'ho fatto io a vista non è un 7a duro, tranquilli..

L6 unito con L7 della guida Filippi. Dapprima si obliqua a sinistra per placca tecnica a gocce (6b+) poi si risale una lama spaccata fino alla sosta, alla base del tiro della fessura. Da qui continuare lungo la fessura (6b) sempre bene ammanigliata con arrampicata entusiasmante. Uscita alla tarzan su albero e poi ancora un muretto non banale fino in sosta. Se rinviate tutti i fix vi servono 20 rinvii per fare questo tiro. 37 metri

L7 Si è alla base di un pilastro, con a destra il camino della via delle Fontane e a sinistra la variante Klif Klof. Si risale il pilastrino con arrampicata tecnica (6b) fino ad una parte finale un po' più impegnativa (6c). Fate sosta alla prima che trovate.

L8 Tiro molto bello e continuo su spigolo. Direi che un 6c+ ci sta tutto. Unite i due tiri segnati dalla relazione Filippi. Sosta attrezzata su albero con mega maillon rapid. 30 metri

L9 Tiro su muro rosso di roccia cotta a listoni orizzontali. All'inizio facile, poi mano a mano più atletico (6b). 27 metri

L10 Si risale per la fessura. Stare a sinistra aiutandosi con le rocce un po' marce, poi per bella placca fino all'uscita su bosco alla sinistra. 6a+ 25 metri

sabato 23 ottobre 2010

Pilastro dei Barbari - Via Cleopatra








Ultima nata sul pilastro ancora negli anni '90, porta la firma del produttivissimo Daniele Lira. Aperta dal basso, la via si sviluppa sulla fascia sinistra del pilastro, con una prima parte molto atletica su roccia non sempre molto buona, specialmente nel secondo tiro, una parte centrale varia ed articolata su roccia ottima, ma a volte un po' sporca, che presenta sezioni in placca, leggero strapiombo e fessura atletica, per finire con un tiro su una placca verdoniana da sogno che rappresenta certamente la lunghezza più bella dell'intera via.
Consigliata certamente una ripetizione (i primi due tiri, volendo, sono evitabili percorrendo la prima lunghezza della Via Paola dove, giunti alla sosta, si può traversare 5 metri a sinistra, raggiungendo così la terza sosta di Cleopatra). O, altra soluzione, si possono percorrere i primi tre tiri della Paola, ed innestarsi su Cleopatra alla sesta lunghezza (bellissima placca grigia a gocce). 
In compagnia del Bellin, che se l'era già fatta più volte col Benvenuti.

Relazione:

Sviluppo: 230 metri, 9 tiri + il decimo in comune con Tovaric/Paola/SuperAvanzi.

Difficoltà: 7c, 7b+, 7a, 6b, 6a+ e 6c+. Sebbene la chiodatura sia ravvicinata, nel secondo tiro non tutti i passi sono azzerabili. Come obbligatorio penso possa raggiungere il 6c+ e A1, nel secondo tiro. Nei restanti tiri, 6b obbligatorio.

Materiale: la via è ottimamente chiodata a fix da 10 sia lungo i tiri che alle soste. Servono 14 rinvii più fettucce per collegare i due fix di sosta. Corda da 60 può bastare, da 70 meglio. Chiodata bene e in modo ravvicinato (S1), non presenta mai lunghi run outs.

Accesso: da Valgoda, scendendo per il sentiero e risalendo il canale sottostante il pilastro (indicazioni Pilastro dei barbari) in 30 minuti, oppure da Costa per sentiero che porta a Valgoda in 45 minuti di camminata.

Attacco: 6/7 metri a sinistra dell'avancorpo d'attacco della via Paola (15 metri a sinistra della Tovaric dunque), in corrispondenza di un grosso strapiombo. Scritta incisa sulla roccia, primi fix visibili.


Relazione:

L1 Tiro chiave. Attaccare in corrispondenza della scritta incisa nella roccia "Cleopatra" circa 7 metri a sinistra dell'attacco della via Paola. Fix visibili sul forte strapiombo di partenza. Come tiro di partenza non è proprio il massimo, visto che si tratta di un 7c su buone prese, ma in fortissimo strapiombo. Alcuni buchi purtroppo sono un po' sporchi. Eventualmente si può passare in A1, con fettuccia su rinvio. Questo tiro per me libera a spizzichi e mungitura di rinvii. Uscita dallo strapiombo su roccia delicata da tirare con cautela. Sosta su terrazzino, tre metri sopra l'uscita dallo strapiombo. 30 metri, 7c o eventualmente A1.

L2 Altro tiro chiave assieme al primo su roccia abbastanza delicata. Si è alla base di un muro giallo verticale solcato da un vago diedrino. Dalla sosta, risalire 1 metro superando una prima spaccatura orizzontale. Poi per il diedrino con andamento in obliquo verso sinistra su un muro di roccia delicata, con violenti bloccaggi di dita su tacche e qualche buco. 25 metri, 7b+ o eventualmente 6c+ e A1.

L3 Dalla sosta si supera lo strapiombo iniziale stando un po' sulla sinistra della linea dei fix (7a), poi verticalmente per bella placca, spostandosi nel finale un po' a destra, per poi rientrare a sinistra fino in sosta (6c). 25 metri.

L4 Dalla sosta si obliqua a destra per bel muro rosso lavorato a gocce coralli, stare leggermente a sinistra e puntare ad un grande buco che offre buoni appigli rovesci per rinviare il fix a destra. Risalire oltre il buco, verticalmente con bella arrampicata tecnica (6b), per poi traversare a sinistra e superare uno strapiombetto che offre buoni buchi alla sua sinistra (6c). 25 metri

L5 Tiro all'apparenza difficile perché strapiombante, ma molto ben ammanigliato. Dalla sosta spostarsi un metro a sinistra e superare con facilità il piccolo tettino bene ammanigliato (6b) per poi risalire un bella placca grigia con buoni buchi, fino ad un secondo strapiombo grigio che presenta delle ottime prese su buoni buchi e qualche piccola canna (6b) fino alla sosta all'uscita dello strapiombo. 25 metri

L6 Tiro stupendo su placca grigia a gocce. Si risale dalla sosta per montare su una magnifica placca lavorata a gocce, roccia un po' sporca all'inizio, ma poi magnifica. Arrampicata elegante e tecnica 25 metri, 6a+

L7 Tiro bellissimo in placca e lama/fessura. Dalla sosta, spostarsi un metro a destra e rimontare un muretto di roccia rotta per finire sul cucchiaio soprastante. Passaggio tecnico in corrispondenza della concavità, aiutato da due piccole prese migliorate (6c). Si giunge ora alla base di una bellissima fessura da fare in dulfer. Difficoltà crescenti man mano che si sale (6c). Vi è un punto in cui la fessura diventa un po' cieca, occorre cambiare marcia e andare su veloci per non ghisarsi. Sosta al termine della fessura, 25 metri.

L8 Io qui mi son sbagliato, e anziché andare a sinistra dove va la via, sono andato su dritto per il diedrino fessurato privo di fix. Son finito dentro al bosco dove va a finire anche la Paola, alla base del pilastro del penultimo tiro della Tovaric. Da qui, con un traverso a sinistra ci siamo raccordati alla sosta del penultimo tiro di Cleopatra. Non fate il mio errore, dalla sosta di L8 la via procede a sinistra. Non so dirvi che difficoltà ha quindi L8 originale di Cleopatra, non sembrava difficile, ma non vorrei sbagliarmi.

L9 Il tiro più bello! Si è ora alla base del pilastrino sommitale. Il tiro di Cleopatra sta a circa 4 metri a sinistra del penultimo tiro della Tovaric. Ve lo consiglio anche come variante della Tovaric. Stupendo. Si parte con un bloccaggio di dita violento dal primo al secondo fix a raggiungere un buco buono per la rinviata (passo singolo più violento del tiro). Poi con magnifica arrampicata tecnica su placca a buchi e qualche piccola goccia si guadagna la sommità del pilastro, dove al termine vi è un piccolo strapiombo da superare (se ci si aiuta con l'albero più facile). Tiro tecnico, 6c+. 25 metri

Da questa lunghezza, traversando a destra, si raggiunge la cengia alla base dell'ultimo tiro di Tovaric con cassetta del libro di via.

L10 Risalire l'ultimo tiro di Tovaric, su roccia rossa a listoni orizzontali. 15 metri, 6a.

Discesa: dal boschetto d'uscita, prendere la traccia di sentiero a destra ed in 5 minuti si è a Valgoda. Se siete venuti da Costa, mettete in conto 45 minuti di camminata in discesa.

Un filmatino della via: http://vimeo.com/16115855

lunedì 18 ottobre 2010

Falesia di Cismon - Gusela (da Giulio)





Oggi tempo un po' incerto, Arco inizia già a stufare, capatina nella splendida falesia di Cismon, in compagnia del Bellin e di Davide.
Una tra le ultime nate in Valsugana, la falesia gode di un'ottima esposizione invernale. Pieno Sud. Prende sole da mattina inoltrata fino a tardo pomeriggio. Roccia incredibile: muro giallo verticale a tacche e qualche buco/goccia. Difficoltà mediamente elevate: dal 7a in su mediamente.
La giornata inizia con l'unico riscaldo, un 6b+ da 30 metri (First line).
Poi mi vien fuori flash un 7a (Galaxy). Fatto un giro corda dall'alto su un bellissimo 7a+ (Il Moralizzatore), non difficile, solo un boulderino a circa metà.
Finiamo la giornata facendo due giri su un 7b+ della morte a destra della falesia. Durissimo. Placca tecnica all'inizio a prendere una fessura, poi tettino, poi placca furibonda incazzatissima fino in sosta. Bisognerà lavorarselo una vita e mezza prima che venga fuori come si deve..
il Bellin in azione in questo video: http://vimeo.com/15957926
lo so, la luce fa abbastanza schifo.