venerdì 7 agosto 2015

Cima Immink - Nuova Via

Bellissima via nel gruppo delle Pale di San Martino. La parete è esposta a NW, ideale dunque nelle giornate più calde. La roccia in via è ottima salvo alcuni punti nel tiro chiave e L6.
Trovata personalmente più impegnativa della recente Saturno in Vallaccia, forse anche per il solo tiro chiave veramente duro da fare in libera e a vista su chiodi non sempre vicini.
Di sicura soddisfazione.
Ripetuta in 6 ore.

Relazione utilizzata: http://www.arrampicata-arco.com/nuova-via-sulla-cima-immink.html
Disponibile anche questa: http://www.visittrentino.it/media/relazioni_dolomitiche/relazione-nuova-via-cima-immink.pdf

Difficoltà: V, VI, VI+ VII+. Il tiro chiave non ci è venuto in libera, è molto duro, mi è sembrato minimo VIII. Il 7a di Gente di Mare per fare un paragone è più facile. Obbligatorio VI+

Materiale: 10 rinvii lunghi, qualche kevlar sciolto per clessidre, qualche friend piccolo e medio piccolo fino allo 0.75. Martello e chiodi non strettamente indispensabili. Sulle soste sempre presenti almeno un fix con anello di calata eccetto che in L1, L11 e L12, attrezzabili su clessidra. Lungo la via solo chiodi normali (alcuni sembrano a pressione a sezione tonda e fanno un certo che, soprattutto sul tiro chiave) e qualche clessidra già infilata.

Accesso: come da relazione di Grill, Fix con anello alla base. Al rientro si passa sotto il sentiero, se volete lasciare lo zaino o i bastoncini e riprendere la roba in discesa lo potete fare.

L1: In corrispondenza di un evidente diedro grigio, 5 metri a sinistra si trova un fix con anello che segna l'attacco. Salire per placca appoggiata, ben visibile anche prima clessidra con cordone a due metri d'altezza. Per ottima roccia verticale, noi siamo saliti in obliquo verso destra ricongiungendoci con il diedro (buone possibilità di protezione) arrivando al termine su una cengia con clessidra non infilata dove si può attrezzare la sosta. Il tiro originale così come descritto dalla relazione probabilmente sta più a sinistra, ma è sembrata più logica questa variante. V+ 45 metri, qualche clessidra all'inizio del tiro nella seconda parte non c'è più niente ma ci si protegge bene.

L2: Dalla sosta si obliqua a sinistra puntando ad un diedrino, superare lo stesso e rimontare poi per rocce più facili fino alla sommità di una pilastrino dove si sosta con fix e cordino incastrato su clessidra con un nodo. IV+, 30 metri, usato un friendino

L3: Stupenda placca nera con roccia marmorea, sempre visibili le protezioni. VII- 30 metri, continuità su buon prese con passaggio singolo su placca a tre quarti di tiro protetto bene con chiodi.

L4: Ci si sposta un metro a sinistra e si sale la placca nera, tenendo un buco per la mano destra di rovescio. Grado concentrato nei primi 5 metri. Poi con più facilità sempre verticalmente. Allungate molto bene le protezioni, tiro lungo. VI- 50 metri

L5: Con un tiro di altri 50 metri ci si porta alla cengia. Difficoltà concentrate in alto in corrispondenza di muro nero con fessura servito da chiodo con cordone. V

Arrivati qui finisce l'"avvicinamento" e il discorso si fa più serio.

L6: si traversa a sinistra per sei metri, poi si sale il pilastrino all'apparenza difficile e sprotetto ma in realtà facile fino alla sommità dove forma una comoda terrazza. Dalla terrazza si rimonta su una placca rossa (due clessidre) e si obliqua a destra alla sosta. Dalla seconda clessidra in sosta state attenti, roccia non sempre buona e protezione lunga. 25 metri VI

L7: Tiro chiave. Il nostro commento è stato "Abbiamo fatto dei 7a più facili". Molto bravi quelli che sono riusciti a farlo in libera e a gradarlo "solo" VII+. Si traversa a destra su roccia che richiede attenzione su una rampetta esposta. Si rinvia una clessidra e il chiodo successivo. Da qui in verticale inizia la sezione dura del tiro, su placca rossa con alcune tacche e buchi svasi e pochi appoggi per i piedi. Nel finale obliquare a destra ma non troppo, fino alla sosta. Possibilità prima di arrivare in sosta di passare uno spuntoncino, non visibile dal basso e all'apparenza sprotetto. 30 metri

L8 Seguire in obliquo a sinistra il diedrino. Dal secondo chiodo traversare a sinistra seguendo le clessidre sullo spigolo. Passaggio singolo per superare lo spigolo rosso (stare bassi) e rimontare su una placca a buchi molto bella. VII o VI A0, 20 metri.

L9 Altro bellissimo tiro su placca nera. Primo cordone molto alto, 7 metri. Poi in obliquo tendenzialmente vs destra e verticalmente per placca servita da un paio di chiodi si arriva in sosta. 25 metri VI+

L10 Dalla sosta si passa la clessidra un metro sopra e si traversa a destra per placca (trovata non difficile, come invece scrive la relazione, o meglio, non particolarmente difficile da meritare una nota specifica nella relazione, vista e considerata la difficoltà dei tiri precedenti). Poi verticalmente per diedrino con chiodo e in obliquo verso sinistra per lama molto bella e placca finale di continuità. VI+ 30 metri, sosta su una nicchia

L11 Si esce a sinistra dalla nicchia, si passa un chiodo, poi si obliqua a destra, un po' sprotetto ma integrabile, fino ad un cordone visibile in alto su placca rossa. Dal cordone si sale su magnifica placca rossa di roccia abrasiva fino ad un tettino, possibilità di mettere un friend piccolo per superare il tettino e arrivare in sosta da attrezzare su clessidre. V+ 40 metri

L12 Facilmente per gradoni in obliquo a sinistra. Si punta un diedrino con fessura servito da due clessidre sulla faccia di destra del diedro. Poi ancora per roccette di III grado, attenzione alla roccia!, sosta da attrezzare su clessidre e friend appena sotto la crestina finale. III grado, con un passo di V- 60 metri

Da qui, conserva corta per dieci metri e si è sulla cresta di rientro.

Discesa: Eterna! considerate 3 ore e mezza fino a San Martino di Castrozza. Si segue la cresta, visibili ometti. Si traversa il pianoro sommitale di ghiaie, fino in corrispondenza di alcuni canalini (ometti e cordoni per calate) che si ridiscendono in arrampicata di II grado su roccia ottima. Giunti al vallone, tenere la sinistra e seguire ometti e bolli rossi fino al ricongiungimento con il sentiero che porta a San Martino di Castrozza.

L3 tiro magnifico su placca con passo di VII- ben protetto

L4 gettata di cemento armato sotto di noi

L5, visibile il tettino giallo inclinato sul fondo

L6 All'apparenza un tiro corto ed innocuo ma che già presagisce la seconda ed insidiosa parte della via.


L7 Icio parte con le migliori intenzioni


L7 "Go fatto 7a più facili" cit. Boscaro


L7 Lunghezza chiave, appena prima della sequenza

L8 molto bella, ghisante e de brazzi, come si suol dire

L10 seconda parte entusiasmante

Parte alta, roccia rossa finisce ricomincia quella grigio nerastra

Placche sempre molto belle



Concentratevi sullo sfondo con il Sass Maor

Discesa dalla normale sempre su roccia ottima, se aguzzate la vista vedrete anche qualche persona mentre scende

Nevaio alla base della Cima Immink

Cima Immink al sole pomeridiano


La parete NW della Cima Immink, a sinistra ben visibile l'intaglio della Forcella Dimai

Pala di San Martino a sinistra e Cima Immink appena a destra, divise solamente dalla forcella Dimai





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