giovedì 16 settembre 2010

Arco, Parete di Limarò - Via Contatto Radicale






L'altro giorno mi chiama Beppe per andare a fare qualcosa in montagna, ma visto il meteo un po' incerto ed il fatto che devo rientrare per il lavoro serale presto, optiamo per qualcosa di comodo e relativamente veloce. Sguardo alle temperature, non eccessive: Arco può andar bene.
Beppe mi propone una nuova via di Tony Zanetti e Mario Brighente aperta quest'anno e sembra non ancora ripetuta a destra del diedro Maestri. La parete è in ombra per gran parte della mattinata, sembra una buona idea.

Veniamo alla via: dopo i primi tiri iniziali che mi hanno lasciato un po' perplesso (mi immaginavo difficoltà come descritte nella relazione, ed invece si incontrano brevi sezioni arrampicabili e per il resto si tirano chiodi, a meno che uno non abbia l'8a a vista). La parte iniziale si svolge su placche spesso e volentieri ricoperte da una sottile patina di lichene, che rende molto aleatorio il tentativo di libera dei vari tratti in artificiale.

Si arrampica veramente dal nono tiro in poi, una placca straordinaria che ricorda un po' Cismon a microgocce e svasini (valutabile 6c+ in libera?). Il traverso del decimo tiro è veramente una chicca, iperdelicato e tecnico, anche se solo 5c. Il tiro di 6c+ trovato sovragradato. Il tiro di 7b è bello e chiodato molto bene, occorre buona dose di pompa, ha una parte finale impegnativa in linea con il grado, la prima parte un po' più facile.

Nel complesso una via mista, artificiale e libera, poco attraente nei primi tiri (per le mie scarse capacità), ma che nella seconda parte si riscatta, regalando bei tiri con arrampicata tecnica ed elegante.
In definitiva direi una via senza infamia senza lode. Andateci la mattina presto, che sulle placche si usano molto i piedi ed è importante stare all'ombra.

Relazione:


Sviluppo: sui 370 metri. 14 tiri. Tempo impiegato da noi più o meno 6 ore, variabile a seconda di quanto una cordata voglia provare la libera.

Materiale: 15 rinvii e qualche cordino. Utile magari una staffa. La via è attrezzata ottimamente a fix del 10 sia alle soste che lungo i tiri (S1/2). Tutti i passaggi più impegnativi sono da A1, ovvero piede nella fettuccia, ci si alza e si raggiunge il fix successivo.

Difficoltà: nella prima parte della via vari tratti di artificiale intervallati da sezioni che vanno dal 6a al 6b+. Nella seconda parte ancora una placca dura da liberare, poi segue una seconda placca riuscitami in libera da secondo valutabile circa 6c+. Poi difficoltà nell'ordine del 5c, 6a, 6b, 6b+, 6c con un tiro di 7b. Obbligatorio direi un 6a+, vista l'abbondante chiodatura, ma se ci si vuole divertire un po' a provare la libera fare almeno il 7a potrebbe essere una buona idea.

Accesso: dal parcheggio alla centrale Enel di Sarche prendere verso Comano, al primo tornante superare il cancello della centrale, scendere e portarsi verso la parete attraversando il Sarca su delle grosse funi in acciaio (griglie di protezione), tipo "ponte tibetano". Nome alla base.

Relazione:

L1 si attacca la placca bianca in corrispondenza della targhetta con nome, ci si alza per fessura fino al primo fix (5c). Dal primo al secondo fix c'è subito un passaggio stronzo, in traverso a destra (si può eventualmente azzerare, oppure 6c, la difficoltà principale è data dalla scivolosità degli appoggi per i piedi). Poi più facilmente per placca verticale un po' rotta e sporca di vegetazione (5c). Attenzione nell'attraversamento verso destra dall'ultimo fix in sosta, placca sporca di lichene e toppe erbose cedevoli, potenziale pendolo doloroso. 35 metri

L2 Si sale la placca verticale dapprima con un ostico passaggio (6b+) poi più facilmente (6b) fino ad arrivare ad una sezione impegnativa difficilmente liberabile (A1). Sosta dopo 25 metri

L3 si traversa a destra per cengia erbosa (elementare), poi si sale un pilastrino (V+) fino alla successiva sosta. 30 metri

L4 Si parte dalla sosta su una fessura lama leggermente strapiombante (6a+). Si continua verticalmente per bella placca che diventa via via più impegnativa fino a presentare alcuni passi in A0 6b il resto. Sicuramente non 5b come dato dalla relazione. 25 metri

L5 Altra placca fetente che presenta passaggi di libera alternati a passaggi dove si fa artificiale, comincio ad essere demoralizzato giunto a questo tiro! 6a+ a spizzichi e bocconi e A1. 25 metri

L6 Per diedro con roccia un po' lichenosa e rotta con facilità (IV+). Lungo questo tiro si incontrano un fix e due chiodi. Il secondo chiodo si può saltare visto che l'uscita logica suggerirebbe di andare a destra per placche più solide (io l'ho saltato). Occhio usciti dal diedrino che c'è un uscita merdosa su terra che cede e rocce tenute attaccate con lo scotch. 25 metri

L7 Bel tiro, mi è riuscito quasi tutto in libera (da secondo), tranne gli ultimi due fix arggggh! Trattasi di placca verticale di movimento e anche di forza in alcuni bloccaggi nella parte alta. Si parte un po' scomodamente proprio sopra la sosta (6a+) poi più facilmente fino ad un crescendo di difficoltà. Secondo me fino a dove sono arrivato io in libera, poteva essere un 7a. Poi l'uscita è a sorpresa. 30 metri

L8 Siamo ora sotto i grandi strapiombi. Si risale la placca, inizialmente un po' psicologica (6a) (si può passare un cordino su arbusto tagliato). In leggero obliquo verso sinistra si procede poi per placca nera con alcuni passaggi di contorsionismo 6b. Poi inizia una sezione dura, che non mi pareva molto liberabile. Da primo, fatto un pezzo in A1. Ultimo fix l'ho saltato e ho traversato basso in obliquo verso destra fino in sosta, visto che mi sembrava liberabile (6b). Giunto a 25 centimetri dalla catena della sosta, sento che mi sta per scivolare il piede destro, non so come faccio, con un appoggio di ginocchio ed una bestemmia ad arco-riflesso arrivo in sosta senza volo, tiè! 27 metri

L9 placca fantastica nera lavorata a goccette microscopiche e corallini. Dalla sosta, traversare con facilità verso destra (5c) fino al primo fix. Da questo, ci si innalza difficilmente con un ristabilimento su goccette. Poi per placca fotonica di movimento. Alcuni passaggi occorre inventarseli (vista l'eleganza dei movimenti). Riuscita in libera da secondo, le darei un bel 6c+. 30 metri

L10 tiro del traverso verso destra. Una chicca! dalla sosta si traversa a destra facilmente lungo cengia, si rimonta il bel diedrino atletico (6b). Alla fine del diedro conviene rinviare anche il cordone blu su clessidra, anche se è molto vicina al precedente fix, per proteggere l'uscita al secondo. Da qui inizia un traverso fighissimo molto tecnico, con piedi su piccolo ballatoio e nulla per le mani, solo questione di equilibrio (5c). 30 metri

L11 Dalla sosta si rimonta verticalmente il piccolo strapiombetto. Si tiene un ottimo rovescio con la mano sinistra e si va a cercare per la mano destra una buona tacchetta (6b+ e non 6c+ come scritto sulla relazione). Se si prende l'arbusto con la mano destra, non vale! Poi il tiro continua bello e sostenuto per muro articolato (6c e non A0).

L12 Dalla sosta si rimonta il diedro atletico di roccia gialla. Prima parte abbastanza tranquilla sul 6c. Si incontra un kevlar blu e bianco su clessidra. Da questo kevlar in poi più o meno il tiro si incazza e diventa ancora più atletico (7b). Ci sarebbero due fix che messi un po' più a sinistra agevolerebbero non di poco la libera. Da primo, uscito con vari resting, amen! Si sosta a destra su cengione comodo

L13 tiro in traverso a destra. 35 metri, si cammina. Occhio ai blocchi instabili

L14 tiro d'uscita in diedro senza particolari difficoltà (IV+/V). Occhio all'uscita, delicatesse! 25 metri

Discesa: si taglia verso destra seguendo tracce a naso e bosco alquanto fitto fino ad incrociare il sentiero di discesa del Dain. Da questo, in 30 minuti si raggiunge Sarche.

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