sabato 14 agosto 2010

Dain, Pian Dela Paia: Via Genoma






Della serie, nostalgici della valle del Sarca: oggi previsioni meteo terribili. Una via corta sul Castelletto è improbabile. Ci mettiamo d'accordo io e Checco, alla fine proferiamo la parola tabù: Arco. E' l'unica soluzione.
Devo dire però che, nonostante manchi un giorno a ferragosto, oggi ad Arco si stava da Dio. Vento fresco, leggera velatura, e in discesa addirittura la pioggia!
Abituato da un po' alla severa dolomia, non mi sembra vero di tornare ad arrampicare sul calcare arcense. Poi la via di oggi aveva una roccia che dire verdoniana è poco.
Anche se trattasi di una vietta di ripiego, devo dire che merita solo per la qualità della roccia che ha. Placche a gocce e roccia gialla solidissima ovunque. Consigliata.
Unico neo, il casino delle moto sul crossodromo sottostante. E vabbè, non si può aver tutto!


Relazione:

Difficoltà: prevalentemente 5c e 6a, 6a+, un passaggio di 6b ed uno in A0 (possibile 7a+?!). 6a obbligatorio

Materiale: la via è attrezzata ottimamente a fix del 10, qualche sporadico spit da 8 e 3 chiodi. Chiodatura ottima (S1). Friend non sono strettamente necessari, ma se volete essere sicuri di non avere problemi portatevi via il rosso della Black Diamond.

Sviluppo: 350 metri

Attacco: Dal Crossodromo/Campo da Golf, credo si chiami Ciclamino il posto, comunque si parcheggia lì. Andare in direzione dell'accesso del crossodromo ed entrarci, fino a sbucare nel suo fondo sul ghiaione del Dain. Risalire lo zoccolo a proprio piacimento (sempre un po' da ravanare, fino a dei bolli gialli che portano ad un sentierino che va alla base della parete). Tenete come riferimento comunque lo spigolo del Dain, la via sta a circa una ventina di metri a sinistra dello spigolo.

L1 dalla scritta rossa Genoma, salire la bellissima placca a gocce talvolta gialla talvolta grigia con arrampicata facile nella prima parte, un po' più tecnica nella seconda (6a+). Alla fine della placca traversare a destra su una comoda cengia e sostare su una grossa clessidra piena di cordoni. Molti spit lungo questo tiro. 35 metri

L2 dalla sosta con cordoni, seguire la fessura grigia sulla destra (1 spit e 1 chiodo, 6a) e rimontare su placca con passo abbastanza tecnico (6a) eventualmente azzerabile su cordone bianco. Seguire poi la bella placca a gocce gialle e per vago diedrino alla successiva sosta (5c). Tiro corto, 25 metri

L3 Dalla sosta rimontare la placca gialla a piccole concrezioni (passaggio tecnico a prendere un rovescio in cui ci entrano appena le punte delle dita per la mano sinistra, passo azzerabile altrimenti 6c+ ? ), si continua sotto l'evidente tetto e lo si supera tirando il cordone bianco (A0 faticoso, liberabile sicuramente, 7a+?). Oltre il tetto pochi metri per bella placca grigia con lama alla sua destra fino alla sosta appesi. 25 metri

L4 Risalire la facile placca grigia sopra la sosta (1 fix, 5b) poi per erba e risalti leggermente in obliquo a sinistra fino a sostare alla base di un diedro giallo, la cui faccia sinistra consiste in una bella placca liscia. 30 metri (5b, poi elementare)

L5 Rimontare sulla faccia sinistra del diedro fino a rinivare la prima protezione (chiodo). Dal chiodo, traversare leggermente a sinistra e poi rimontare con arrampicata d'equilibrio su gocce (5c, non di certo 6b come riporta la guida di Filippi) fino a dove la placca spiana. Rimontarla e scalare il bel diedro fessurato rosso, con coralli (5c). Si segue la fessura che solca il diedro finché questa non obliqua a destra e diventa un caminetto (qui se volete potete cacciare un bel friendino, per ridurre la distanza tra i due spit, non strettamente necessario comunque), che va rimontato, schienando e aiutandosi anche con l'albero al suo termine (5c). Si sosta due metri a sinistra all'uscita del camino su comoda cengia. 35 metri

L6 si traversa a sinistra 5 metri e si risale la placca fessurata. C'è un passo tra il primo ed il secondo spit di 6b, su una goccia molto dolorosa per la mano destra. Poi con più facilità (5c) lungo placca fino alla sosta. 25 metri

L7 Dalla sosta traversare a sinistra su placca bianca. Oltre il primo fix, obliquare leggermente a sinistra per poi risalire obliquando a destra un vago diedro con cordino alla base ed un chiodo artigianale ruggine alcuni metri sopra. Se si sta un po' a destra si troveranno anche altri due fix (5c). Dall'ultimo fix traversare 2 metri a sinistra fino in sosta appesi, su un fix che gira molto e l'altro un po' più buono. 30 metri

L8 Si risale il diedro chiuso alla sua sommità da un tettino (6a+, un passaggio). Si obliqua un po' a destra e si risale fino ad un altro tettino che si supera facilmente (5c). Poi per bellissima placca fessurata (cordone su pianta) fino alla sosta. 30 metri

L9 Qui la via sarebbe finita, noi continuiamo oltre lo spallone fino al libro di vetta (cassetta nera) e rimontiamo lungo un camino (sosta su due chiodi con cordino bianco nuovo). Si rinvia la sosta e si rimonta la rampa fessurata (possibilità di mettere un cordino su clessidra, IV+). Si sosta oltre il pilastrino (via Groaz) su piante con cordoni.

L10 e L11 con altri due tiri abbastanza zoccolosi si esce, obliquando sempre verso destra. Conviene rimanere legati anche se le difficoltà sono elementari (II e III). Vista la presenza di terra e massi un po' instabili.

Discesa: Si seguono i bolli rossi fino alla forestale che riporta al campo di Motocross (30 minuti).

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