giovedì 25 novembre 2010

Arco, Rupe Secca - Tyszkiewicz





Oggi con il vecio Checco è stata un'odissea. Partiti alla buon'ora, dopo averlo convinto che il Pilastro dei Barbari fosse asciutto e che le vie Tovaric e Paola fossero fattibili, ci incamminiamo lungo il sentiero che parte da Costa. Facciamo anche tutto il pezzo di bosco verticale per arrivare all'attacco, finché proprio alla base del primo tiro ci accorgiamo che sia Paola che Tovaric sono completamente bagnate. Ahem.....Leardi comincia già imprecare vedendo sfumata la sua opportunità di arrampicare nell'unica giornata di ferie del mese, io che tento di giustificargli il fatto come: ma dalla strada sembrava tutta asciutta.
Poco male, dato che siam qui, propongo Cismon, ma a Leardi mette tristezza. Fu così che, colto da un sentimento di compassione, decido di assecondarlo nella scelta originaria di Arco, nonostante sia stato anche ieri. Hihihihih...w i disoccupati!
Arriviamo in piazza a mezzogiorno quasi (mai arrivato così tardi ad Arco), e mo' che se fa?!
Via easy e possibilmente comoda. Parete individuata: Rupe Secca per la via Tyszkiewicz (o come diavolo si scrive).
Parte Checco sul primo tiro come una furia, ovviamente abbiamo solamente rinvii e corda singola da 70. Unendo un po' di tiri siam fuori alle due e un quarto.

La via comunque è bella, sebbene sia breve. E' un po' alpinistica, nonostante la presenza di spit. Magari portare qualche friendino per essere più sicuri. Difficoltà classiche, con qualche passaggio peperino. Unica pecca, la roccia è decisamente unta in alcuni punti.



Relazione:

Attacco: Parcheggio Camping Arco sotto la Rupe Secca. In 5 minuti si è all'attacco. Sotto la verticale della evidente nicchia, c'è un diedro grigio con un alberello a circa 5 metri d'altezza.

Materiale: 10 rinvii, qualche cordino, magari due o tre friends medi e piccoli. Via attrezzata parzialmente a spit lungo i tiri, e con un mega fittone resinato ad ogni sosta.

Difficoltà: V, VI+, VII+ o A0.

L1 risalire il diedro grigio erboso con facilità oltrepassando due piante. Traversare dopo la seconda pianta a destra su placca fino in sosta. 35 metri, IV+. Tiro molto brutto

L2 dritti per placca sopra la sosta fino ad un primo anello (V), poi traversare a destra con facilità (IV+) fino ad entrare nella nicchia servita da alcuni gradini scolpiti. Qui noi abbiamo tirato dritto saltando la sosta nella nicchia e proseguendo lungo la fessura a sinistra (V). Qui può tornare utile un friend. Si sosta su una rampa alla base di un netto strapiombo. 60 metri

L3 si sale fino ad un primo chiodo, poi strapiombo ben protetto a spit traslucido (VII+ o A0) occhio a non farvi scivolare via i piedi. Uscita molto bella su placca rossa (V+) con qualche goccia e corallo, seguita da un obliquo a destra su fessura un po' erbosa fino ad una pianta di fico (V+). Sosta all'interno della nicchia oltre la pianta di fico. 30 metri

L4 in spaccata un po' alla bell'e meglio si esce dal camino ad imbuto (VI+ mi è parso molto stretto, per me è un buon 6b, su appoggi imburrati). C'è un friend incastrato per azzerare l'uscita su spigolo. Segue spigolo fessurato stupendo ben protetto a spit fino in sosta (VI). 30 metri

L5 Placchetta tecnica per i primi due spit su gocce unte (VI+), poi dritti leggermente in obliquo a sinistra per facile diedro fessurato giallo (IV+). In corrispondenza di un grosso albero secco su cui conviene proteggersi, c'è un passaggio in traverso a sinistra un po' da capire (VI) e poi, abbassandosi leggermente, si traversa nettamente a sinistra fino in sosta. 30 metri

L6 Tiro molto bello, dapprima in fessura molto unta (trovato decisamente stretto il IV attribuito da Filippi, meglio un V+, utile un friend). Poi si risale sopra ad un piccolo pilastrino dove ci si sta bene con i piedi. Dal pilastrino ci si alza su placca superando un muretto tecnico (VII, o A0) per poi continuare con più facilità fino in sosta.

Discesca: per la ferrata del Colodri.

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