mercoledì 13 ottobre 2010

Arco, Colodri - Guru Bassi










Oggi con il prode Gianluca Bellin, sono tornato in quel di Arco per una bella via incazzata. La scelta cade sulla temibile Guru Bassi del Rolandone nazionale, a sinistra della Segantini che abbiamo percorso due giorni fa. Pronti via, alle nove siamo in zona Prabi. Decidiamo saggiamente di evitare il primo tiro petardo di 8a, partendo dall'insaponatissima rampa della Sganzini. Che dire: una viona seria adatta a gente navigata, dove predomina un'arrampicata tecnica di dita e piedi su muri verticali, con un solo passaggio boulderoso in corrispondenza del tetto del terzo tiro. Spittatura talvolta distante che non permette errori in alcuni punti e cucina per bene la mente. Il tiro di 7c è molto duro e chiodato un po' obbligatorio, difficile da azzerare completamente. I tiri di 6c come quello di 7a sono belli e lasciano respirare, ma non sono banali soprattutto per le protezioni più distanziate (occhio in particolare al secondo tiro, chiodatura un po' pericolosa nei primi fix). L'ultimo tiro di 7b+, è una cannonata da 50 metri con 13 rinvii dentro: psicologico, ma non difficile, forse un po' sovragradato. Ottima performance del Gian Bellin, che ha restato solamente nel tiro di 7c, per il resto tutta on-sight. Un grazie anche per essersela tirata tutta: oggi ho fatto proprio il cliente! :)
Una via del Colodri dove l'unto, decisamente, non c'è! Poche anche le tracce di magnesio ad indicare le sequenze di movimenti esatte. Consigliata (per i più preparati).


Relazione:

Accesso: dal boschetto di Prabi, puntando alla parete del Colodri, in 10 minuti all'attacco partendo dal parcheggio del campeggio di Arco. Se si vuole evitare il primo tiro, come abbiamo fatto noi, si può fare il primo tiro della Sommadossi, oppure salire per la rampa della Sganzini e Katia. Guardate bene la foto della guida Filippi e non sbaglierete. I fix della via sono placchette Kong da 10. Le soste sono su piastrine artigianali rosse.

Materiale: La via è protetta ottimamente a fix da 10 sia alle soste che lungo i tiri. Soste attrezzate per la calata. 13 rinvii bastano e avanzano. La chiodatura in alcuni punti è molto lunga (da considerarsi S3 piuttosto che S2), ed in certi tratti se si vola, ci si può fare discretamente male.

Difficoltà (da L2 in poi): 6b+, 6c, 7a, 7a+, 7c. Obbligatorio (7a+)

L1 (da noi evitata): muro verticale a destra della Sommadossi (8a).

L2 dal terrazzino di sosta, obliquare per due metri a destra, in corrispondenza di un chiodo in fessura in comune con la Sommadossi e Katia, risalire verticalmente per un'esile fessura cieca. Con passi delicati, risalire verticalmente il muro bianco lavorato a tacche e concrezioni (6c). Chiodatura molto lunga. Il tiro segue obliquando verso sinistra, per lama a gocce bianca con un po' di lichene in uscita verso la sosta (run out). 30 metri, 6 fix

L3 si risale il muro rosso con relativa facilità (6b+) fino al primo fix. Ci si porta al di sotto del marcato tetto soprastante. Con bloccaggio viulento si supera il tetto facendo leva col piede sinistro sul margine del bordo, tenendosi più o meno sulla linea del fix (7a). Oltre il tetto, verticalmente per placca tecnica con una sezione più impegnativa verso il finale su verticalini da spallare con la destra e discrete tacche per la mano sinistra (7a). Oltre la sezione impegnativa, traversare a sinistra e risalire una lama faticosa (6c) fino in sosta.

L4 tiro muy hard. Dalla sosta, traversare a sinistra su placca grigia povera di appigli e un po' sporca di lichene, ma con discreti appoggi e qualche spalmo. I primi due fix sono relativamente umani poi...auguri! Inizia uno spigolo dove si deve saper spalmare molto i piedi (7c). Io qui mi sono appeso a molti rinvii pur da secondo. Passaggi obbligatori tra i fix. Verso il finale il tiro smolla un po', per entrare in un boschetto, occhio ai sassi.

L5 dalla sosta, salire per vago diedrino a sinistra e rientrare dopo pochi metri a destra. Inizia uno spigoletto di roccia bianca, facile all'inizio (6b+), con un passaggio da capire per rinviare un fix (6c) - state all'occhio, e soprattutto, non sottovalutatelo. Poi per placca a sinistra, bianca su goccette belle. Sosta su due fix, placchette artigianali rosse

L6 verticalmente per muro strapiombante di roccia cotta all'apparenza insicura, ma molto ben salda (6b). Arrampicata un po' impressionante, ma in compenso i fix sono messi bene in questo punto. In uscita c'è un boulder non banale, con uscita a sinistra per fessura. Occhio che l'ultimo fix l'avete in basso a destra, una volta doppiato lo spigoletto in uscita, c'è il boulder, e se volate la corda non fa un bello sfregamento. Sosta da attrezzare su albero

L7 tiro corto. trasferimento nel bosco. Dalla sosta andare 10 metri a destra fino alla sosta con un fix solo.

L8 Tiro cannonata! La guida lo dà 7b+, ma forse è un po' sovragradato - soprattutto se paragonato al quarto tiro. Ad ogni modo, sono 50 metri di puro godimento. Grande il Bellin che se l'è sparato a vista. Da secondo, sono stato contento di averlo fatto in libera, nonostante un resting sotto il tettino...argghhh!
Si parte con una placca a gocce bellissima (primo fix con cordino per facilitare il moschettonaggio, poi dal primo al secondo, andare a sinistra per rientrare poi a destra). 6c, chiodatura molto lunga all'inizio. Poi verticalmente per placca grigia stupenda fino a dove inizia un muro giallo verticalissimo. Inizia qui un'arrampicata molto bella su concrezioni, spallatoni verticali e qualche canna (7a+). Difficile da leggere per la totale assenza di tracce di magnesio. Il tiro porta ad un tettino che si supera stando a destra (7a). Poi più facilmente per placca grigia a gocce. Nel finale stare molto a sinistra e risalire facilmente (6a+) la placca anche se con protezioni molto distanziate. Sosta su albero, 50 metri 13 fix...fate voi.

Uscita per corridoietto a destra con passo del gatto.

Discesa: per la ferrata del Colodri



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