sabato 30 ottobre 2010

Valsugana, Pilastro Serafini - Via La Fine del Millennio






Era da tempo che sentivo parlare da parte di Beppe e Checco della loro via aperta sul pilastro Serafini sopra Grigno. Ieri, assieme a Beppe ed Adriano, siamo andati a ripercorrere questa linea incredibile tracciata su quel missile di dolomia grigia e gialla.
Aperta dal basso da Francesco Leardi e Giuseppe Tararan a cavallo del vecchio e nuovo millennio (1999/2000) in più riprese, la via in questione si colloca tra le vie impegnative ad alto ingaggio della Valsugana. L'ambiente sembra quello delle Lavaredo, la parete è verticalissima e le soste sempre molto aeree. La linea è spettacolare e con andamento logico supera la parete Ovest del pilastro nei suoi punti di minor resistenza, forzando in alcuni punti le parti più repulsive e strapiombanti della parete in corrispondenza dei gialli.
La via è alpinistica, richiede NECESSARIAMENTE esperienza alpinistica sopratutto per la qualità della roccia, a volte molto friabile, le scarse protezioni presenti, le doppie molto aeree e l'ambiente.

Ieri, durante la ripetizione, si è staccata una cornice proprio sopra la nostra testa. Fortunatamente il pezzo di roccia ci ha schivato di un pelo, ed il volo che ne è conseguito è risultato senza conseguenze...ci è andata bene. In seguito a ciò, abbiamo deciso di calarci all'ottavo tiro e non continuare fino in cima.

Relazione:

Attacco: Il pilastro è ben evidente, in corrispondenza dell'abitato di Serafini in prossimità di Grigno, circa 500 metri più a Sud della omonima palestra di roccia. L'avvicinamento avviene per sentiero di taglialegna all'inizio, tenendo come riferimento il pilastro. Si incontra ad un certo punto un cavo metallico, in corrispondenza di un torrente prosciugato. Per tracce, oltrepassare il torrente e seguendo la costa erbosa risalire il pendio, fino a riattraversare il torrente verso sinistra un'ultima volta per giungere così alla base del pilastro. Una rampa erbosa abbastanza verticale porta al punto dove conviene effettuare la prima sosta su alberelli. Lungo la rampa, vi è un cordone rosa legato attorno a degli arbusti per indicare il percorso. Mezz'ora da dove si lascia l'auto.

Materiale: 13 rinvii, fettucce, una serie completa di friend, dadi, martello e chiodi consigliati. Le soste sono tutte presenti. La via è attrezzata sufficientemente a chiodi e spit da 8 piantati a mano nella prima parte, mentre nella parte alta l'attrezzatura è costituita da fix da 10 e chiodi, distanziati. Le fessure non sono attrezzate, occorre dunque integrare con friends e dadi.

Difficoltà: Premessa, sebbene le difficoltà siano date sportive, spesso i vari 6a e 6b della via sono da superare su chiodi o protezioni veloci. Nonostante la presenza di alcuni spit, la via è alpinistica. Come obbligatorio forse sarebbe meglio parlare di VII/+. Le difficoltà principalmente sono sempre attorno al 6b su roccia delicata. L5 presenta un breve tratto di 7a oppure A1. L4 resta ancora da liberare, la friabilità della roccia qui gioca un ruolo importante.

Sviluppo: 350 metri. 11 lunghezze per arrivare sulla cima vera e propria.

L1: rampa erbosa in diagonale a sinistra. Dal punto di sosta, conviene effettuarlo in prossimità di due alberelli vicini (corteccia scorticata dai massi disgaggiati), si risale verticalmente la rampa erbosa con possibilità di assicurarsi a qualche pianta (III+). Si incontra un fix che indica la direzione giusta, in corrispondenza di questo traversare nettamente a sinistra (IV) (cordone su clessidra) e raggiungere la sosta su comodo terrazzo attrezzata con 1 spit da 8 piantato a mano. 35 metri

L2: dalla sosta, si risale il pilastrino staccato sulla destra, che forma una larga fessura alla sua sinistra nel punto dove si appoggia alla parete (eventualmente possibile assicurarsi con friend grossi) (V). Una volta rimontati sopra il pilastrino, inizia un aereo obliquo verso destra su roccia buona che presenta qualche piccolo buco per le mani (6a). In corrispondenza dell'ultimo spit, stare bassi e andare ancora un po' verso destra per poi risalire verticalmente ancora 5 metri fino ad un piccolo chiodo che protegge l'uscita in sosta. Sosta appesi, attrezzata su due spit da 8 piantati a mano. 30 metri, lungo il tiro 3 spit ed un chiodo normale

L3: traversare due metri a sinistra e risalire la parete concava gialla fino al primo chiodo a lama, posto abbastanza alto (VI). Salire verticalmente lungo il muro giallo fino a dove questo finisce contro uno strapiombo servito alla sua sinistra da un blocco instabile, da trazionare con estrema cautela (6b+). Una volta superato lo strapiombo, risalire per qualche metro fino ad un muro grigio. Traversare dunque a sinistra per quattro metri, stando bassi, su blocchi grigi un po' instabili fino a raggiungere una fessura in diagonale verso destra. Risalirla completamente con difficoltà concentrate in un passaggio ostico, che va protetto con friend piccolo (6b). Si sosta alla base di uno spigolo giallo strapiombante, 35 metri.

L4: tiro chiave. Dalla sosta si risale verticalmente lungo i primi due spit con difficoltà e su roccia friabile (6c), dopodiché in corrispondenza di un chiodo ad U vi è un passaggio atletico difficilmente superabile in libera (A1). Si continua verticalmente con difficoltà lungo lo spigolo strapiombante, incontrando un altro pezzo in cui occorre affidarsi ai chiodi (A1). Uscita su spigoletto, su roccia un po' meno delicata ma sempre che richiede la massima attenzione (6b). 25 metri, sosta su tre spit da 8 piantati a mano.

L5 tiro più bello. Dalla sosta risalire verticalmente fino al primo fix da 10, da qui iniziare un obliquo verso sinistra di resistenza su roccia a tacche e qualche buco (7a). Al termine del muretto difficile, risalire con più facilità (V+) fino alla base di una evidente fessura gialla bellissima. Risalirla, proteggendosi con friends medi fino a dove questa incontra una strozzatura strapiombante. Con passaggio faticoso (6b) superare la strozzatura e obliquare verso destra fino alla successiva sosta. 40 metri

L6 si risale il muro grigio lavorato a tacche. Seguire i fix da 10, attenzione a quello che si tira, non tutto apparentemente solido. Sempre con andamento verticale, si supera infine un piccolo tettino, servito da un chiodo universale grigio. Sosta poco sopra il tettino sulla destra. 30 metri, 6b

L7 si traversa in leggera discesa tre metri a sinistra e si risale la placca grigia fino al primo fix (posto molto alto). Si prosegue verticalmente per placca grigia con qualche cornice instabile. Si obliqua verso destra a circa metà del tiro, seguendo qualche raro fix ed un chiodo a lama. Dal chiodo a lama, salire verticalmente stando a destra di un pilastrino grigio instabile. Allungare bene le protezioni in questo tiro, attenzione al gioco della corda sugli spigoli e le cornici. Potrebbe smuovere cose molto grosse, come è capitato a noi. 30 metri, 6b. Sosta al di là dello spigolo su piccolo terrazzino erboso sospeso, su tre chiodi normali.

L8 dalla sosta, risalire con estrema cautela lungo le due fessure parallele grigie per 5 metri. Si è ora in corrispondenza di un muretto grigio fessurato, l'uscita è il passaggio più delicato (VI+) che può essere protetto con un piccolo friend. Una volta usciti, con arrampicata molto delicata in obliquo verso sinistra su rampa erbosa si raggiunge la sosta con due spit da 8 piantati a mano e catena con anello di calata. Attenzione, tiro delicato, senza protezioni.

Giunti qui con un altro tiro corto non attrezzato, si giunge alla cresta erbosa finale che si può percorrere in conserva. Vi è poi l'ultimo tiro sul pilastrino sommitale che arriva alla vetta vera e propria del pilastro con barattolo e libro di via. Da qui, con una breve doppia si ritorna sulla cresta e da questa alla sosta di L8, per la discesa in doppia.
Noi, giunti a L8, ci siamo calati.

Discesa: da effettuare dalla sosta di L8 con quattro lunghe doppie (55 metri), tutte molto aeree. La prima doppia va da L8 a L6, la seconda doppia da L6 a L5 con aereo pendolo, la terza doppia da L5 a L3 con pendolo anche questa se non ricordo male, l'ultima doppia da L3 alla base in diagonale verso destra faccia alla parete. Le doppie sono tutte molto verticali, da effettuare con estrema attenzione. Non c'è il rischio che si impiglino.

Piccolo filmato qui: http://vimeo.com/16360032

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